Dettagli Recensione
Le Manette di Jessie
Con questo romanzo King si rimette in gioco esplorando nuove frontiere dell'orrore, agendo scostandosi dalle tematiche che fino ad allora (siamo nel '92) avevano permesso di elevarlo al rango di indiscusso Re del brivido.
"Il gioco di Gerald" è una sfida, quella di raccontare la storia aderendo ad una staticità dalla quale è impossibile divincolarsi, che sarebbe poi quella di Jessie, donna di mezza età finita legata ad un letto con il bavoso marito schiattato accidentalmente durante una sessione erotica piuttosto spinta.
Il problema è come liberarsi da quelle manette che la costringono alla prigionia: non può raggiungere le chiavi e intorno al cottage in cui si trova i turisti latitano, considerata la lontananza della bella stagione.
La componente orrorifica, come non bastasse la situazione disperata, è garantita dalle minacce materiali giunte ad insidiare la malcapitata. Quella portata da un grosso cane attirato dall'odore di morte, e deciso a banchettare con il cadavere del defunto consorte, ma soprattutto con l'inquietante uomo deforme apparso silente ai bordi del letto. Questi personaggio tipicamente maligno ed associabile alla mitologia kinghiana ma a suo modo particolare, con una storia di morte e malattia fisica/mentale rivelata in parallelo a quella di Jessie.
E' tuttavia il viaggio introspettivo a interessare maggiormente King, anche perchè in esso è celata la chiave metaforica -e non- per la libertà, unico mezzo per affrancarsi dalla sempre più dolorosa morsa del metallo e da una situazione ormai tragica.
La mancanza di cibo e soprattutto di acqua iniziano a farsi sentire, il dormiveglia e il sonno si fondono in stati allucinatori sospesi tra realtà e squarci onirici dettati da un corpo in sofferenza, da cui si determinano reminiscenze poco piacevoli in cui la donna ricorda come in fin dei conti è stata vittima incatenata al male sin da giovinetta.
Ha così inizio una battaglia contro i fantasmi del suo passato, per far cedere la morsa suii polsi e per spezzare quella catene per troppo tempo accantonate in un angolino, ma subdolamente presenti nel direzionare il suo vissuto.
Il romanzo soffre di qualche battuta a vuoto e di alcuni passaggi inutilmente prolissi (solita pecca anche del miglior King) ma si dipana abbastanza bene riuscendo ad avvincere discretamente. Un prodotto medio, un tentativo abbastanza riuscito di trovare nuove vie narrative da parte dell'autore.