Dettagli Recensione
Il potere della reincarnazione
Uno dei più grandi capolavori del re del brivido.
Innanzitutto, è stato piacevole scoprire la commistione di più svariati temi, trattati con inspiegabile maestria, e con un tocco che non ho mai ritrovato in nessun altro autore. Sì, perché King , contrariamente a quanto molti credono , non è soltanto horror e soprattutto non è un horror scadente, di quelli facilmente riproducibili, come le moderne saghe di vampirismo.
Siamo negli anni ‘80 del ‘900 e Louis, protagonista del racconto, si trasferisce con la moglie Rachel, la piccola Ellie e l’ultimogenito Gage, a Ludlow , nel Maine, proprio vicino a un cimitero dove i bambini del posto hanno seppellito per anni i loro animali defunti. Cani, gatti, roditori, uccelli e perfino un toro. Qui Louis incontra Jud Crandall, ottantenne saggio e vispo, marito di Norma Crandall, una docile vecchietta colpita dall’artrosi. Tra le due famiglie si viene a creare un rapporto di profonda stima e fiducia e , in particolar modo, tra Jud e Louis, come tra un padre e il proprio figlio. Il primo grande evento drammatico colpisce il lettore sin dai primi capitoli, con la morte di Pascow, studente presso l’istituto dove Louis lavora come medico. Proprio mentre spira tra le sue braccia, il ragazzo pronuncerà delle frasi apparentemente incomprensibili, che colpiranno Louis come una profezia. L’evento darà inizio a una lunga serie di morti spiacevoli, da quella di Norma, a quella del gatto Church a quella del figlioletto Gage. Ma Jud svelerà a Louis il modo per farli ritornare...
Il succedersi delle tragedie all’interno dell’opera ha dato modo , all’autore, di toccare in maniera piacevolmente coinvolgente il tema della morte, intrecciato con quello dell’infanzia, tra la perdita dei propri affetti e dell' innocenza stessa, quella che caratterizza l’età adulta. L'orrore trasuda dalle pagine parallelamente al dolore per la perdita di una persona cara, e, se da un lato, King racconta l'impossibilità di revocarlo (nella figura della moglie Rachel, traumatizzata dalla perdita della sorella Zelda) , dall'altro descrive con minuzia quel desiderio , quasi morboso, che tutti, almeno una volta, abbiamo provato,nel voler, "riportare indietro" qualcuno. Louis viene posseduto da una forza oscura, dal wendigo, che gli impedisce di pensare razionalmente, spingendolo a compiere atti estremi, sfruttando la sua sofferenza. Ma, ad una lettura attenta, King non offre soltanto soluzioni spiacevoli: ad emergere, infatti, è anche l' accettazione della perdita, attraverso la consapevolezza che la morte è, ad ogni modo, la fine delle sofferenze terrene. I temi , già, personalmente, riscontrati in IT e nell’Acchiappasogni, sono espressi con una prosa vellutata e scorrevole, dando l’impressione di cullare dolcemente la propria immaginazione , verso i più orridi sentieri del proprio inconscio, proprio lì dove sono sepolte le nostre personali tragedie, i nostri personali incubi, che King riesce così meravigliosamente bene a tirar fuori.
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