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Ogni gioco è bello quando dura poco...
Uno dei pochi libri di King che non avevo ancora letto e che mi è capitato, quasi per caso, tra le mani in biblioteca.. e ne ho approfittato.
Anche perchè dopo le sue recenti produzioni letterarie, a mio parere di scarso valore, fa piacere riscoprire lo stile e la genialità delle sue opere più datate.
Perchè sono pochi gli scrittori che come King possono riuscire a costruire un romanzo di circa 400 pagine ambientato in una camera da letto, con una sola protagonista che vi giace nuda, ammanettata per quel gioco voluto dal marito Gerald che per lui si conclude tragicamente sin da subito e per lei si trasforma invece in un incubo, in una lotta disperata per la sopravvivenza fisica e mentale.
I suoi nemici non saranno solo la sete, la fame, i crampi ed il dolore determinato dalla sua 'crocifissione a letto' ma anche i ricordi del passato, tenuti sino ad allora ben nascosti in un angolo della sua mente in cui neanche lei ha il coraggio di accedervi ma che ora riaffiorano violentemente superando tutte le barriere sino a quel momento erette che crollano nella precarietà di quella situazione.
E con grande maestria King genera tensione dalle paure di questa donna, dagli spettri della sua mente che sembrano quasi materializzarsi nelle ombre della notte... l'orrore reale dovuto al cane affamato (per fortuna solo affamato e non 'arrabbiato' come Cujo) che dilania il corpo del povero Gerald è niente confrontato al terrore per la 'morte' incombente che gradualmente si concretizza nella sua mente.
Ecco, un consiglio per le appassionate di giochini erotici... quando vi fate ammanettare non serrate troppo le manette e tenetevi sempre un cellulare a portata di .. naso.
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