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La malattia dentro la malattia
La mente fa brutti scherzi, non c’è dubbio, se poi la si mette in mano ad un autore di thriller, ciò che ne consegue è un’affascinante opera che difficilmente annoierà.
Viktor Larenz è un ben noto psichiatra di Berlino che vive nel più pieno agio e nella più evidente serenità, sino al giorno in cui sua figlia Josy scompare nel nulla. Preso dallo sconforto e non ben supportato dalla fredda moglie, decide di ritirarsi per qualche giorno su un’isola del Mar del Nord per prendere contatto con il suo dolore e quindi, si spera, per esorcizzarlo.
Qui incontrerà Anna, una donna dai contorni poco definiti che pare in qualche modo coinvolta con la scomparsa della piccola Josy, sebbene appaia disturbata psichicamente, quindi un buon esercizio per lo psichiatra Viktor.
L’ambientazione onirica di questa isoletta minacciata da una sempre più imminente tempesta contribuisce prepotente alla definizione di una scenografia da thriller.
Sebastian Fitzek usa sapientemente tutti gli ingredienti necessari a rapire l’attenzione del lettore che non potrà fare a meno di ipotizzare plausibili soluzioni all’enigma centrale, il motivo della scomparsa di Josy, che costantemente viene alimentato da elementi più o meno rilevanti per la trama del romanzo, ma tutti ben guarniti da una sufficiente dose di suspense.
Ma se non si dovesse sentire il necessario bisogno di figurarsi una fine, il romanzo può essere vissuto “al momento”, gustandosi la linearità tutta tedesca dello stile narrativo reso ancor più gradevole, ma questo può piacere e non piacere, dalla brevità dei capitoli.
Del resto anche intuendo un finale, la qualità della narrazione non farà di certo perdere la voglia di arrivare sino alla fine.
Seconda piacevole scoperta per me nell’ambito del thriller tedesco dopo Wulf Dorn, questo autore è entrato a far parte dei miei preferiti, per ciò non perderò occasione di andare avanti nella lettura delle sue opere.