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Il microcosmo di Chester's Mill
Nessuno si sarebbe aspettato che una normalissima giornata potesse trasformarsi in un qualcosa di tanto anomalo ed imprevedibile: è il ventuno ottobre e una invisibile barriera è apparsa dal nulla determinando l’isolamento forzato della cittadina di duemila anime circa di Chester’s Mill. Vani sono i tentativi da parte dell’esterno di liberarli, incomprensibili sono le ragioni per le quali questa si è manifestata in modo così netto ed eloquente, inutili sono le domande. La verità dei fatti è piuttosto semplice: non solo i cittadini sono bloccati all’interno della Cupola ma sono anche vittima dell’ennesimo tentativo di scalata al potere di un uomo avido di comando con il solo comandamento della prepotenza. Big Jim Reannie, formalmente secondo consigliere e primo di fatto, è infatti colui che tira le fila dei giochi ed in qualità di perfetto burattinaio si arroga il diritto di decidere delle vite altrui e delle sorti della sua contea perché egli “sente” ed il suo agire è totalmente e esclusivamente attuato “per il bene della città”.
Il microcosmo creato da Sthepen King è quanto di più attuale e concreto possibile. L’universo che viene descritto può essere simbolicamente distinto in “bene e male” dove il primo è delineato ed avvalorato da personaggi puri, arguti e spesso usati come capi espiatori; mentre il secondo è costituito dal gioco più vecchio del Mondo: l’avidità.
Se da un lato possiamo infatti osservare la lotta di alcuni protagonisti per liberare la cittadina da un male invisibile che li sta lentamente condannando a morte, dall’altro inevitabile è scontrarsi con chi al contrario vede nella cupola una possibilità di arricchimento tanto economico quanto di scalata sociale e per raggiungere tale obiettivo, quale miglior espediente se non quello di instaurare una dittatura silenziosa capitanata da un unico stratega affiancato volontariamente da una serie di allocchi pronti ad eseguire ogni suo comando ed assolutamente incapaci di mettere in dubbio i suoi moralmente discutibili dogmi e le sue decisioni? E tutto facendo leva su errori umani, scelte sbagliate che rendono detti individui ricattabili niente altro che mere marionette nelle mani di chi crede di saperla lunga sostenendo di agire nel giusto e solo per il bene dei suoi concittadini. Non stupisce pertanto che proprio costui, che tanto si erge a protettore della patria, non sia altro che un bieco omuncolo capace dei gesti più efferati pur di conseguire i suoi scopi.
La religione è un altro tema forte nel romanzo. Questa viene esplicata secondo molteplici punti di vista in quanto su un versante troviamo il credente cieco, colui che segue con rigore i postulati senza mai ammetterne la discussione – comportamento che arriva a delineare una deferenza tale da consentire brutalità (in nome del Dio) che in ordinarie circostanze mai sarebbero state tollerate proprio perché contrarie a quei precetti sacri ed ispiratori della fede – dall’altro coloro che seppur credenti vedono un male in terra e dunque decidono di agire prima che tutto sia perduto. Inevitabile è la riflessione su quanto sia essenziale l’istruzione, di quanto pericoloso sia chi vive di restrizioni mentali senza mai porsi di guardare oltre al proprio naso, oltre al noto.
L’opera è inoltre caratterizzata da una moltitudine di personaggi, ognuno ha un suo fascino, una sua bellezza. Perfino Big Jim, cattivo di turno, è talmente ben costruito che il lettore avrebbe voglia di entrare nel romanzo e prenderlo – passatemi il termine – a pedate nel deretano. Lo stesso vale per Junior che nella sua follia non può essere odiato o per Julia che ergendosi a protettrice della libertà di opinione, dei diritti civili, della democrazia non può essere che stimata, o ancora per Barbie che da semplice cuoco si ritrova ad vestire i panni del Colonnello e stratega, o Rusty che da poco più che collaboratore si risveglia medico ed unica possibilità di salvezza per i malati di Chester’s Mill.
Ognuno di questi individui rende concreto il libro ed affascina il lettore che passo dopo passo ha sempre più curiosità di conoscere del mistero della Cupola. La narrazione è continua e si svolge in parallelo, King ci mostra ogni punto di vista e gli avvenimenti sono incastrati alla perfezione ripartendo esattamente da dove si sono interrotti ma semplicemente cambiando voce espositiva. Dunque mentre osserviamo la discesa della barriera con Barbie quale protagonista, nel capitolo successivo ci viene descritto come Joe ne ha preso conoscenza e via dicendo. Nel trascorrere delle pagine questa peculiarità assume ancora più valore perché offre pathos e crea suspence lasciando chi legge sempre con il fiato sospeso.
Stilisticamente il libro è ben scritto, presenta un linguaggio forbito ed ogni paragrafo si rivela esauriente a livello contenutivo. Una persona può anche limitarsi a leggerne uno al giorno, ma da questo trarrà soddisfazione ed andrà avanti nella storia perché nessuno di questi è superfluo o superficiale. L’unica pecca che ho riscontrato è stata la partenza, a mio modesto giudizio, forse un po’ lenta ma per il resto l’ho trovato pienamente soddisfacente. Buono anche il finale e non eccessivamente scontato, cosa che talvolta può accadere in opere di tale spessore (tanto concettuale quanto fisico viste le sue 1037 pagine).
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Commenti
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Ammetto che è stata una bella impresa, sono abbastanza veloce a divorare romanzi ma, anche se sembrerà paradossale, ho letto più rapidamente "I fratelli Karamazov" e le loro 1057 pagine che la cupola di King con le sue 1037. Sarà l'età che avanza visto che il primo sopra citato è stato affrontato diversi anni fa... :-)
Ho avuto la tua stessa difficoltà solo dopo pagina 57 ha iniziato ad avere tutto un altro sapore e a dipanarsi con tutte le sue trame. :-)
Grazie di aver letto la mia opinione!
Ciao,
M.
Mian ho appena finito un libro fantastico, ti pensavo spesso :-)
Devi prenderlo assolutamente...
Io ho letto questo libro nel 2010, e mi è piaciuto parecchio,vorrei far anche io una mia recensione, ma faccio sempre fatica a farla senza rileggere il libro, comunque complimenti per la tua.
*.* curiosaaaaaaaaaaaaaa!!!! Lo voglio! So già che mi piacerà!!!!!! *_______* Non so quanto posso resistere senza chiedertelo... appunto, non posso..... Qual'è il titolo di detta opera? :-)
Perché non lo recensisci invece? Concordo con te perché non è mai facile ma il vero lascito delle letture secondo me si vede quando si sono raffreddate in quanto si è concluso il brio e il trasporto che avevi mentre leggevi e sei più consapevole dei pro e dei contro del testo.
Nel caso specifico credo che tu possa offrire un contributo molto utile a chi ancora non ha avuto occasione di conoscere "The Dome" poiché saresti in grado di essere più obiettivo ricordando e citando solo ciò che effettivamente è meritevole di nota.
Se deciderai di recensire questo romanzo sarò ben lieta di leggere la tua opinione :-)
... Ma prima forse... Forse... lo riprendo tra le mani e riapro un poco le pagine... Vediamo... Ciao.
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Ciao!
b