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Hap & Leonard: fiato corto
Nemmeno in crociera si può stare tranquilli. Hap e Leonard si confermano campioni mondiali nell'attirare guai d'ogni sorta, con una forte predisposizione per quelli portati in dote da personaggi che definire feroci criminali è un eufemismo.
Il tanto agognato sole caraibico resta un miraggio, l'impareggiabile coppia viene costretta ad arrostire su una spiaggia del Messico, dove ovviamente finirà nel mirino di gentaglia poco raccomandabile.
Sesto capitolo della saga dedicata ai due folli texani: l'introduzione è di quelle che farebbero presagire dei cambiamenti importanti, con l'allineamento ad una quotidianità molto banale, sicuramente lontana anni luce dalle pazzesche vicissitudini narrate in precedenza.
Eppure qualcosa va storto e saranno guai seri, nonostante l'encomiabile buona azione del paladino Hap da cui tutto si genera.
Il giochino funziona ancora, nonostante l'autore punti al rialzo accentuando -anche in maniera gratuita- situazioni deliranti, violenza sfrenata e l'immancabile linguaggio "colorito".
Ovviamente tutto è sempre diluito con l'umorismo nero di cui il buon J.R. è fenomenale depositario, sempre pronto a sfornare battute o azioni da lacrime agli occhi per le risate.
Purtroppo però la trama non scorre fluida. Troppi gli snodi meritevoli di attenzione trattati con superficialità, le situazioni si sviluppano in maniera spesso frettolosa e la visione d'insieme appare come un riassunto svogliato di peripezie già note.
La scrittura è sempre ficcante, grezza ed al tempo stesso magistrale. E' però triste constatare l'assenza di freschezza e ancor più di spontaneità nei personaggi e nel mondo spietato che ruota loro attorno.
Tuttavia l'impasse è comprensibile, oltre che giustificabile soprattutto per chi già conosce e apprezza Hap e Leonard. Vecchi amici per i quali è impossibile non provare affetto, contraddizioni viventi pronte a far trionfare il loro alto senso morale con pugni, calci e proiettili.
Detto questo è però impossibile negare la tendenza al ribasso di "Capitani oltraggiosi" ed indicarlo -insieme al seguente "Sotto un cielo cremisi" - senza dubbio come segmento meno folgorante della serie*.
*Specifico: Il giudizio generale è limitato ai primi sette libri. "Devil Red", ovvero l'ultimo nato, devo ancora leggerlo. Malgrado tutto lo farò, sono un inguaribile nostalgico e dei vecchi amici non mi dimentico.
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