Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
EPPURE, EPPURE...
Mentre leggi il romanzo d’esordio di Lisa Ballantyne l’unica domanda che non ti viene voglia di porti è se il bambino con la faccia a forma di cuore, che assomiglia a una femminuccia, educato, ricco, sia davvero un assassino. Un suo compagno di giochi viene trovato morto in un parco di Londra, un testimone racconta di averlo visto litigare con lui, subito lo arrestano e lo processano. Non ti viene voglia di interrogarti sulla sua presunta colpevolezza, perché il tuo punto di vista coincide con quello di Daniel, il giovane avvocato chiamato a difenderlo per il quale in qualunque modo siano andate le cose è una barbarie far salire un bambino sul banco degli imputati. Per di più sarebbe un trauma per il nostro orizzonte d’attesa scoprire che un undicenne ha ucciso con un mattone un altro bambino e senza nessun motivo particolare. Abbiamo forse letto S.Agostino, “ Il signore della mosche”,tuttavia niente ci ha ancora convinto che male ed infanzia possano convivere. Eppure, eppure.. carnefici undicenni esistono se la stessa Ballantyne ha raccontato di essersi ispirata per il suo personaggio a una graziosa bambina inglese accusata di aver ucciso senza ragione alcuna per farlo. La questione è sostanzialmente irrisolvibile, ma “Il colpevole” preferisce assumere le vesti di un racconto a tesi: la violenza perpetrata ha le radici nella violenza subita. Ne è conferma il contesto famigliare insano di Sebastian da cui scaturirebbe la sua eventuale mostruosità. Per rimpinguare la teoria della malvagità come frutto di una distorsione nelle condizioni di partenza la Ballantyne racconta in parallelo il difficile riscatto a cui approda Daniel grazie alla madre adottiva Minnie. Analoghi dunque i presupposti, a fare la differenza l’incontro fortunato o quello sbagliato.
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Complimenti
Riccardo