Dettagli Recensione
UN LIBRO, TANTI SIGNIFICATI
Avrei voluto avere più tempo a mia disposizione per leggere questo libro,
così lo avrei finito prima, ma a pensarci bene anche finirlo prima non sarebbe stato così bello come averlo spesso tra le mani e potere assaporare pagina dopo pagina la storia, un libro che merita una lettura profonda, un libro che, a mio parere, vuol comunicarci molto, la scrittrice non tralascia nessun particolare. Ottimi i passaggi temporali, la vita che scorre, il tempo che cresce, giorno dopo giorno
e il protagonista comincia a crescere, così come i suoi guai. Prima i problemi, che sembrano grandi,
sono in realtà risolvibili, cose di poco conto. Ma più cresce e più conosce persone della malavita,
persone che lo portano a commettere degli errori, che lo fanno stare male.
In queste pagine si dà molto spazio a quelli che sono i sentimenti, le emozioni, dalle persone più care del protagonista, a piccole comparse come per esempio l'incontro con J.P. che lo aiuta a nascondere il cane Popper.
Il protagonista è Theo, un ragazzino, cui la coscienza grava sulla morte della madre e del padre,
s'innamora della ragazzina con cui può condividere l'incidente al museo, ma il suo amore per lei
sembra non dover mai avere un inizio e per questo si rifugia nella droga e si appoggia all'unica persona che in realtà sembra capirlo e che gli vuole bene, Boris.
Il quadro, il famoso CARDELLINO, assume un ruolo importante sopratutto nella metà del libro, quando lui
comincia a crescere e a trovarsi in mezzo a un mucchio di guai; all'inizio, però, ma forse anche alla fine, questo quadro, così come la sua amata Pippa, sono l'unico collegamento con la sua madre morta.
"Sotto le radici del mio amore per Pippa si intrecciavano a quelle dell'amore per mia madre,
al dolore per la sua perdita e all'impossibilità di riaverla. Quella cieca brama infantile di salvare
ed essere salvato, di rivivere il passato e cambiarlo, si era trasferita su di lei."
Così crescono, di anno in anno, i rimpianti, i se e i ma..."Se io non avessi accettato, se io non fossi stato espulso, se io avessi detto no...." Tipico dell'essere umano cadere in questi pensieri dopo che ormai le disgrazie sono successe e non si può più tornare indietro.
Arrivare persino ad incolpare se stessi per non aver saputo prevedere il futuro, per non aver colto
certi segnali che la vita stessa ci dava.
"Credo sia più come quando hai i numeri in colonna e sbagli la prima somma e alla fine i conti non tornano.
Se torni indietro trovi l'errore....il punto è che ti avrebbe condotto al risultato corretto".
E poi il libro permette di fare raginamenti sulla vita stessa
"Perchè se è vero che il male può discendere dalle buone azioni....dove sta scritto che da quelle cattive può
venire solo il male? Magari a vole il modo sbagliato è quello giusto. Magari prendi la strada sbagliata e
ti porta comunque dove volevi. Certe volte puoi sbagliare tutto e alla fine viene fuori che andava bene."
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Brava.
Complimenti