Dettagli Recensione
"Come fuoco, esattamente come fuoco"
Ultimamente è ormai impossibile aprire un thriller scandinavo qualsiasi senza trovare, tra i brevi commenti di scrittori o giornalisti, un riferimento, inteso come termine di paragone, a Stieg Larsson. Questo per sottolineare lo slancio che il compianto autore della celebre trilogia "Millennium" ha dato al sempre più crescente proliferare di gialli ambientati nel freddo e, forse perché lontano, affascinante nord Europa.
Spesso si tratta di un confronto del tutto ingeneroso nei confronti di Larsson, che a mio avviso è il miglior talento che la penisola scandinava abbia prodotto in termini di autori di thriller, gialli, noir.
Anche se, ad onor del vero, credo che lo scrittore appena citato non sia l’unico autore meritevole della fama acquisita. Penso a Jo Nesbo, altro maestro. E secondariamente a Henning Mankell, Camilla Lackberg, Arnaldur Indridason, Jussi Adler Olsen.
A questi nomi più o meno noti si sono recentemente aggiunti i romanzi di Lars Kepler, curioso pseudonimo di Alexander Ahndoril ed Alexandra Coelho, marito e moglie che nel 2009 hanno deciso di cavalcare l'onda del successo di molti compatrioti e di sospendere le loro carriere individuali per scrivere romanzi a quattro mani.
"L' Ipnotista", il primo romanzo della serie, è diventato in breve tempo un best seller tanto da aver guadagnato, nel 2013, il privilegio di vederne realizzata una versione cinematografica.
Nello spogliatoio di un campo di calcio viene ritrovato un cadavere. Nell’abitazione del malcapitato, la stessa sorte è toccata alla moglie e alla figlia minore.
L'unico sopravvissuto della famiglia è Josef, sedicenne ricoverato in ospedale in evidente stato di shock ed incapace di comunicare con il mondo esterno.
Joona Linna, investigatore di origini finlandesi della polizia criminale di Stoccolma, indaga sul caso e decide di interpellare Erik Maria Bark, uno psicoterapeuta abile nella tecnica dell'ipnosi.
Il romanzo è caratterizzato da una narrazione di stampo fortemente cinematografico. Linguaggio essenziale, capitoli brevi, colpi di scena a ripetizione, ampio uso dell’espediente del cliffhanger.
Come ogni thriller scandinavo che si rispetti, anche in questo caso uno dei punti forti è rappresentato dal riuscito contrasto tra l'atmosfera ovattata ed apparentemente tranquilla del paesaggio e la spirale di paura e violenza che cresce con l'aumentare delle pagine.
Ma se da un lato ambientazione e, in parte, intreccio riescono nell'intento di creare una sufficiente dose di curiosità nel lettore, dall'altro ho ravvisato una caratterizzazione dei personaggi poco approfondita, qualche colpo di scena forzato, una lunghezza del libro sicuramente esagerata ed una tendenza al ricorrere a scene eccessivamente hot, il cui impiego puntuale in certi tipi di thriller è un aspetto che non capirò mai.
Ho notato che anche la seconda opera di Lars Kepler, "L' Esecutore", ha ricevuto pareri discordanti.
Sempre in base alle recensioni, la serie sembra aver trovato la sua definitiva consacrazione, in termini di giudizio dei lettori, a partire dal terzo romanzo. Motivo per cui, pur giudicando “L’ipnotista” un titolo poco più che sufficiente, potrei decidere di dare altre possibilità ai due coniugi svedesi.