Dettagli Recensione
Non sono infatti i difetti a renderci umani?
Phobia è un viaggio nella paura, un'esplorazione del lato oscuro delle persone, un incontro con un super-ego angosciante ed ingombrante.
La storia che fa da medium ha una location totalmente diversa da quelle che Dorn ci aveva precedentemente mostrato, ora ci troviamo in Inghilterra, più precisamente a Forest Hill.
Sarah Bridgewater è una donna comune, con una vita comune, almeno fino a quando non incappa in una problematica che darà il titolo a questo libro: la paura.
La paura di fallire, di sbagliare, di non credere più in se stessa, quella paura che l'aveva fermata e l'aveva resa un'ulteriore pedina di una dama mortale.
Dovrà misurarsi con essa, affrontarla e, eventualmente, superarla.
Tutto inizia quando suo figlio Harvey, una notte, sostiene di aver visto un uomo alla finestra, Sarah ritenendola una rappresentazione mentale infantile non ci fa molto caso, ma ciò che troverà in cucina avrà dell'inverosimile: un uomo, con gli stessi abiti del marito, si sta preparando un panino.
Sostiene di essere Stephen ma contro di lui giocano le innumerevoli cicatrici sul viso, e caratterizzazioni totalmente diverse dal reale Stephen, che sarebbe dovuto essere via per lavoro.
Così per Sarah ed Harvey iniziano una slavina interminabile di problemi, di giochi, di terrore, che il caro Mark Behrendt (chi ha letto la Psichiatrà comprenderà) sarà in grado di sbrogliare.
Dico con estrema cognizione di causa che Phobia è un libro alquanto particolare, l'inizio è esplosivo, il lettore, sin dalle prime pagine, si trova catapultato in una storia molto avvincente, della quale riuscirà ad apprezzare cambiamenti ed inversioni nel corso della lettura.
Devo ammettere di essere rimasto alquanto deluso dal finale, credo con fermezza che Dorn dovrà scrivere un seguito, se non altro per non lasciare tutti noi sulle spine.
Phobia è davvero un libro eccezionale, scritto in modo sublime da Wulf Dorn, riesce ad impaurirti, interessarti e ti rende schiavo di quelle pagine.
La lettura è scorrevole, molto ben schematizzata, con un intreccio altresì complesso, e dunque molto spesso occorre fare appello alla propria memoria per non perdere il filo della storia.
In sostanza un libro indubbiamente da leggere, un ennesimo capolavoro di questo autore che, purtroppo, permane ancora poco conosciuto, ma che meriterebbe maggiore visibilità.
"Non era mia intenzione muoverti rimproveri o giudicarti per il tuo comportamento. Volevo solo spingerti a riflettere, spero sinceramente di esserci riuscito."