Dettagli Recensione
L'importanza di saper cadere
"La verità sul caso Harry Quebert" è un romanzo dell’autore svizzero Joel Dicker, classe 1985 e nativo di Ginevra, che con questo interessante giallo deduttivo ha spopolato in Francia vincendo nel 2012 il prestigioso premio "Grand Prix du roman", prima di divenire un vero e proprio caso editoriale in tutto il continente europeo e non solo.
Il giovane scrittore Marcus Goldman, dopo essere stato sulla cresta dell'onda per il clamoroso successo ottenuto con il suo primo romanzo, attraversa una fase di scarsa vena creativa. Il classico tormento della pagina bianca.
Ossessionato dalle pressioni della casa editrice con scadenze sempre più imminenti, decide di provare a sbloccare la situazione rivolgendosi al suo ex professore universitario e maestro di vita Harry Quebert.
Il saggio insegnante, anch'egli scrittore e celebre per il testo "Le origini del male", invita Marcus ad allontanarsi dalla frenetica New York per trasferirsi nella propria residenza ad Aurora, nel New Hampshire. I diner, la villa in riva al mare, i gabbiani, l’atmosfera familiare. Tutto sembra procedere tranquillamente, fino a quando nel giardino della casa di Harry viene ritrovato il cadavere di Nola Kellergan, scomparsa 33 anni prima nel lontano 1975 all’età di 15 anni.
La storia alterna, attraverso numerosi flashback, il 2008 ed il 1975. Curioso il fatto che la numerazione dei capitoli sia in ordine decrescente e che all'inizio di ognuno sia riportato un consiglio dato da Harry a Marcus per diventare un bravo scrittore.
Infatti il libro, oltre alla vicenda poliziesca, mostra soprattutto una storia di amicizia tra un giovane uomo ed il proprio mentore. Il rapporto tra i due protagonisti è uno dei punti di forza del romanzo. Un legame sincero, duraturo nonostante la differenza di età e nato in circostanze spassose. Chi ha letto il libro ricorderà il frangente goliardico in cui Marcus, alzandosi in piedi in classe, ha modo di farsi conoscere dal proprio insegnate.
Numerosi sono i personaggi che ruotano attorno alla coppia appena citata. Forse troppi. La stessa cittadina di Aurora, assopita ma allo stesso tempo teatro di feroci pettegolezzi, può essere considerata un personaggio extra. Così come eccessiva è la quantità di tematiche affrontate. Un famoso chef di un noto programma televisivo culinario direbbe che, in alcuni punti, si sfiora il “mappazzone”.
Piccoli difetti che non pesano particolarmente sul giudizio del romanzo, un ottimo giallo intrigante ed avvincente, ideale da alternare a letture di altro spessore che richiedono un maggiore grado di impegno.