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KAY RIBELLATI!
Quando mi sono ritrovata a sbadigliare leggendo un libro con protagonista Kay Scarpetta, mi sono subito domandata: “ cosa c’è che non va?”
In primis, ho pensato che il problema potesse dipendere da me stessa . Ho riflettuto sul fatto che gli anni passati dai primi libri, avessero cambiato la mia personale percezione, il gusto letterario; ovviamente dando un’ accezione negativa a questo possibile cambiamento.
Terminata l’analisi, sono giunta alla conclusione che il problema è proprio l’autrice ed il suo personaggio, spremuto come un limone, a tal punto, che oggi, non ha più nessuna delle caratteristiche che l’hanno reso così amato e seguito…
Kay Scarpetta appare sbiadita, impolverata, ingrigita, senza mordente.
Le descrizioni minuziose di pratiche specialistiche, ambientazioni, tecniche di indagine, caratteristiche fisiche dei personaggi, che sono state una delle singolarità e originalità che mi hanno fatto apprezzare l’autrice, in questo libro, sono davvero esagerate.
Dopo che un tragitto in auto tra Kay e Marino, viene descritto per ben 60 pagine, mi sono detta: “questo è davvero troppo”.
Ma veniamo alla trama… La stakanovista dottoressa ed il marito, sono in procinto di concedersi una meritata vacanza a Miami, dopo anni che i rispettivi impegni lavorativi, non gli danno tregua…
Un bel sogno sì, ma di impossibile realizzazione. Un singolare omicidio avvenuto a pochi passi dall’abitazione della coppia, ed un altrettanto singolare ritrovamento, sul muro di cinta della casa di Kay e Benton, mandano in fumo la progettata vacanza..
Ed ecco che iniziano le indagini con Pete Marino che indaga, con la nipote Lucy, che offre il proprio contributo nella scoperta del misterioso assassino.
Pensate di aggirarvi ore ed ore nella sala autoptica muniti di mascherina camice e calzari, scoprendo insieme a Kay ,cosa ha da dire del suo assassino, il corpo esanime? Niente di più sbagliato, l’amata dottoressa Scarpetta fuggevolmente ricontrolla il corpo di un cadavere già “sezionato” da una collega alle prime armi, ma nulla di più….
Insomma, 365 pagine che reggono il peso di poche idee, delle quali nessuna vincente… Una storia che non decolla, il lettore viene “svegliato” a tratti, dal torpore nel quale cade fin da subito…
Trovo davvero avvilente che scrittori di fama internazionale, che hanno costruito la loro fortuna su personaggi vincenti e storie altrettanto originali, contribuiscano in modo così evidente, al tramonto degli stessi personaggi. Non sempre invecchiamento è sinonimo di rovina, spesso è sinonimo di ricchezza, saggezza, esperienza, capacità di autoironia, e allora, reinventiamo questi personaggi , senza farli apparire come i fantasmi di loro stessi…..
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