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Il talento di Mr. Ryan
Chi è Oliver Ryan? Sicuramente è Vincent Dax, alter ego utilizzato per scrivere romanzi di gran successo destinati ai bambini. Per il resto sembra una persona irreprensibile, enigmatica ma perbene, e allora perché mai ha picchiato la moglie fin quasi ad ucciderla?
Il debutto di Liz Nugent consta in una ricostruzione minuziosa della vita del protagonista, una storia corale all'interno della quale numerose voci si avvicendano apportando contributi decisivi per comprendere meglio questa figura così sfuggente.
Salta subito all'occhio un efficace approfondimento psicologico di Oliver, il quale interviene spesso in prima persona per raccontare gli eventi non più filtrati attraverso le altrui percezioni.
Il suo è un racconto spesso raccapricciante eppure pieno di sofferenze personali, cronaca di un individuo che ha dovuto fare i conti con la privazione, l'indifferenza e la negazione. Quest'ultima vero punto di rottura e ossessione che richiama vitali urgenze infantili; ancora piccino chiuso in collegio e disconosciuto da un padre misterioso e crudele subisce il trauma per tutta la vita.
L'autrice ha la grande capacità di far provare sentimenti contrastanti per quest'uomo; c'è il ribrezzo in quanto capace di macchinazioni oscure, subdolo manipolatore colpevole della rovina di parecchie vite. Ma anche la pena: respinto fin da subito, mai accolto, estromesso a prescindere, spinto ad agire in modo scorretto non dalla malvagità, bensì unicamente dalla voglia di sentirsi amato e ammirato.
Non c'è però alcun desiderio di assoluzione da parte della Nugent, le impressioni negative predominano riferite ad una personalità ambigua. Il fascino di cui dispone è regolarmente esercitato per irretire chiunque possa essere asservito ai suoi scopi, mentre i sensi di colpa si palesano fuori tempo massimo dal pozzo in cui sono stati gettati.
Storia intrigante sorretta da una scrittura limpida e scorrevole, un thriller in cui le forzature hanno un peso minimo nell'economia del romanzo.