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Siore e siori venghino!
Il temporale in arrivo su Green Town, Illinois, non preannuncia nulla di buono, seppur così non dovrebbe essere considerato che il luna park con il suo carico di allegria è ormai alle porte della città. Che i nuvoloni carichi di pioggia siano presagio funesto?.
Poco importa, perché la premiata ditta Cooger & Dark promette mirabolanti attrazioni e spensieratezza a iosa, pronta a ravvivare il quieto vivere di quella sonnacchiosa cittadina di provincia almeno per qualche giorno.
Le musichette allegre, l'odore dello zucchero filato, i tendoni colorati e i freaks in bella mostra, tutto è pronto, sapientemente apparecchiato tramite manifesti ammiccanti e invogliato dai sorrisi seducenti degli imbonitori. Ma attenzione a quei sorrisi, i più attenti vedranno che dietro parvenze gioiose si nasconde qualcosa di oscuro e diabolico, l'ingannevole letizia cela affilati denti da squalo, pronti ad azzannare chiunque osi cedere alle lusinghe del pandemonio itinerante.
Del lato tenebroso si accorgono ben presto due ragazzini, Jim e Will, amici per la pelle e pronti ad inorridire dinnanzi ai disturbanti incantesimi della giostra o agli inquietanti poteri del labirinto degli specchi.
Inevitabile lo scontro modulato su un registro tra l'orrorifico ed il fiabesco, con i giovani perseguitati dai sulfurei viandanti tra i quali si staglia l'uomo Illustrato, con le migliaia di anime imprigionate per sempre sulla sua pelle in tatuaggi dal perpetuo movimento.
Il provvidenziale aiuto arriva dal padre di Will, l'entrata in scena del disilluso bibliotecario impreziosisce ulteriormente uno scritto già di pregevolissimo livello. L'uomo diventa la chiave di volta della storia: insicuro, solitario, imbarazzato per la non più giovanissima età che lo induce a credere di essere inadatto al ruolo di padre di un quasi adolescente. La sua amarezza è vibrante, quella di una figura umbratile rassegnata a pensare in negativo.
Più che un romanzo di formazione (c'è il passaggio dall'ingenuità infantile alla consapevolezza del male) una riflessione sullo scorrere del tempo che non deve essere affrontato con tristezza.
I mostri a volte si battono con un sorriso, ed affrontando l'ineluttabile con serenità si evita di uccidere quello spirito fanciullo indispensabile per continuare ad apprezzare e accogliere con gioia ciò che ci riserva ogni nuovo giorno.
Bradbury esorcizza la paura di invecchiare, eleva sopra ogni cosa un rapporto tra padre e figlio fino ad allora incompiuto, esorta ad evitare la passività e la tendenza al rimpianto.
Un grande romanzo in cui la prosa è musica soave, un fiume di poetiche allegorie per una favola horror in cui il popolo dell'autunno, subendo una beffarda pena del contrappasso, pensando di portare la morte insegna ad amare la vita.
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Commenti
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Sono d'accordo con te, infatti è uno dei miei autori favoriti!
Per una volta, anch'io voglio riferirmi alla copertina: a vederla sullo schermo sembra di gran fascino. Che poi anche per i libri ritengo giusto non confondere l'abito con il monaco, è un altro discorso.
Ciao Alessandro.
La copertina della mia copia è molto meno suggestiva di quella inserita qui, ma come giustamente osservi è poi sempre il contenuto a fare la differenza ;)
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