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La promessa. Un requiem per il romanzo
 
La promessa. Un requiem per il romanzo 2014-11-13 22:23:54 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    14 Novembre, 2014
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L'investigatore perfetto

“La gente spera che almeno la polizia sappia mettere ordine nel mondo, benché io non possa immaginare nessuna speranza più pidocchiosa di questa”.

Il cielo plumbeo dei dintorni di Zurigo. Uno scrittore che tiene una conferenza sull'arte di scrivere libri polizieschi.
La conferenza termina. La notte è già scesa. Al bar dell'albergo, lo scrittore riconosce un uomo che ha seguito il suo intervento; condivide con lui un bicchiere di whisky. L'uomo si presenta: è l'ex comandante della polizia cantonale di Zurigo, convinto che la finzione dei libri (dove la logica porta sempre alla risoluzione del caso) non si addica all'inafferrabilità del reale.
Il giorno dopo il poliziotto conduce lo scrittore lungo la strada che taglia una vallata boscosa, sino ad un distributore di benzina. Ci si ferma, non a caso. E lì inizia il suo racconto.
Matthai era il miglior elemento della polizia zurighese: freddo, razionale, straordinariamente deduttivo, dotato di un eccezionale fiuto per gli elementi d'indagine apparentemente secondari. Quando il cadavere di una bambina di sette anni viene rinvenuto straziato dal rasoio di un maniaco nei boschi del piccolo paese di Magendorf, Matthai si guarda attorno, cercando qualcuno che si incarichi di avvisare i genitori. Non troverà chi sia disposto a farlo.
Ancora non lo sa, ma la decisione di recarsi personalmente alla casa dove abitava la piccola Grittli Moser condizionerà il resto della sua vita: la madre della bambina, con la sua glaciale immobilità, gli strapperà la promessa di catturare l'assassino, “il gigante dei porcospini”.
Da quel momento, Matthai non potrà accettare altra possibilità che mantenere quanto dichiarato, a costo di lasciare la Polizia e “fabbricarsi” una nuova vita, con un unico scopo: assecondare il proprio istinto investigativo e condurre l'indagine a modo suo. Adempiere alla promessa.

Un libro inquietante, di geometrica crudeltà (e non solo perché descrive dei raccapriccianti fatti di sangue), fuori dall'ordinario quanto alla sua costruzione.
Per questo motivo il sottotitolo – “Un requiem per il romanzo giallo” non è casuale. Esso sottintende la dimostrazione che il miglior investigatore, il metodo d'indagine più promettente, l'approccio più logico alla soluzione, non assicurano necessariamente la chiusura del cerchio: “ un fatto non può tornare come torna un conto, perché noi non conosciamo mai tutti i fattori necessari ma soltanto pochi elementi per lo più secondari. E ciò che è casuale, incalcolabile, incommensurabile ha una parte troppo grande”.
Con questo libro, Friedrich Durrenmatt si prefigge l'obiettivo di rompere gli usuali schemi del giallo, riuscendoci. Disegna un maestoso braccio di ferro nell'opposizione di un uomo “spietatamente” razionale (perché non ammettere che anche lui è a suo modo un maniaco?) alla spietatezza del caso e dei destini individuali.
E pensare che Durrenmatt elaborò prima la sceneggiatura del film “Il mostro di Magendorf”, diretto da Ladislao Vajda nel 1958, e poi lo trasformò in libro. Da cui a sua volta Sean Penn ha tratto una nuova trasposizione cinematografica nel 2001 (lo scrittore era morto nel 1990). Una pellicola che, se non supera il romanzo, lo completa: basti pensare al fatto che il beffardo finale – che nel libro è un racconto a parte – nel film si compie in pochi esplicativi fotogrammi, drammaticamente erosi dal fuoco; o basti osservare lo sguardo che ha l'ispettore Matthai mentre attende l'arrivo dell'assassino: quello, allucinato, dell'immenso Jack Nicholson.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
"Il cavaliere e la morte" di Leonardo Sciascia
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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Rollo, un commento davvero bello e interessante.
Anche a me il libro è piaciuto. L'autore è notevole : hai letto il breve ma intenso libro "La panne" ?
Ne vale la pena.
MrsRiso13
14 Novembre, 2014
Ultimo aggiornamento:
14 Novembre, 2014
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Mi colpisce il confronto con il libro di Sciascia, che in particolare non ho letto. Ma avendone letti altri non mi richiamano il modo geometrico e forse crudele nel raccontare la storia che indichi nel tuo commento. Quindi metto i due libri nella sacca delle nuove letture e vedrò se alla fine la penso come te. Interessanti consigli, bella recensione. Bravo!!!
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
14 Novembre, 2014
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Ciao, Emilio.
Non ho letto altro di Durrenmatt, ma so bene quale sia la sua statura. In realtà ho trovato "La promessa" in casa di amici, e l'ho subito prelevato: il film di Sean Penn mi aveva veramente impressionato (e lo considero tuttora migliorativo del libro, già di per sé intrigante). Perché tra i suoi mi indichi proprio "La panne"? Ti ha particolarmente colpito?
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
14 Novembre, 2014
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Ciao Mrs. In realtà il paragone con Sciascia non è legato alla "crudeltà" (che nello scrittore siculo non si ritrova) ma al tipo di investigatore che i due autori lanciano: ne "Il cavaliere e la morte" (che ho recensito in precedenza) la lungimiranza e il malessere del personaggio mi hanno ricordato molto l'investigatore Matthai di Durrenmatt. Avrei potuto indicare anche "Il contesto" (che forse avrai letto, essendo tra le opere più note di Sciascia), ma probabilmente l'ispettore Rogas - protagonista di quel libro - si discosta un po' più da quella tipologia di detective (parola che a Sciascia non piacerebbe).
Tutti libri che val la pena leggere, in ogni caso.
Grazie dell'apprezzamento.
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
15 Novembre, 2014
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Rollo, mi sono piaciuti tutti i libri che ho letto di Durrenmatt.
"La panne", secondo me, interroga maggiormente il lettore, lo fa riflettere; magari, purtroppo può ritrovarsi in qualche aspetto.
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
16 Novembre, 2014
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Ok. Segno il nome.
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