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L'arma del delitto? Un tridente
E' il primo libro che leggo di questa autrice e se, come si dice, il buongiorno si vede dal mattino allora c'è da sperar bene.
Perchè ritengo ci sia qualcosa di ... magnetico nel modo di scrivere di questa donna, soprattutto nel modo in cui delinea il profilo dei suoi personaggi, buoni o cattivi che siano; l'autrice infatti non indugia molto sulla loro caratterizzazione fisica quanto su quella psicologica, ma lo fa talmente bene che i lineamenti del viso e del corpo si materializzano di conseguenza.
E poi i dialoghi, lo scambio di opinioni, di riflessioni, le frequenti divergenze di pensiero.. sono tutti ben curati e costruiti, mai banali e mettono in risalto le caratteristiche peculiari della personalità dei singoli personaggi, dalla congenita tendenza del commissario Adamsberg a disassociarsi, ad abbandonarsi cioè a voli pindarici tra le nuvole della sua mente alla ricerca di quegli indizi o deduzioni altrimenti difficili per lui da individuare con i piedi per terra (come se dall'alto si vedesse meglio, riuscisse ad ottenere una più limpida visione d'insieme), sino alla logica ineccepibile e ferrea razionalità del vice Danglard, saldamente legato alla realtà dei fatti e che rifiuta categoricamente qualsiasi tipo di volo, sia della mente sia aereo...
Insomma, concludendo, mi ripropongo di leggere altre opere di Fred Vargas perchè, in fin dei conti, mi piace il suo stile.. certo il commissario Adamsberg si discosta un pò troppo dal mio modello preferito di poliziotto, quello cupo e tenebroso, sia nello sguardo sia nell'anima, propenso alla giustizia ma violento ed irascibile quando brucia dal desiderio di vendetta.. Adamsberg, invece, è quasi snervante quando si chiude in se stesso, isolandosi da tutti e tutto, seguendo la scia delle sue congetture, al riparo dai 'mostri' che imperversano sulla terra e che tentano di sbranarlo, sopraffarlo.
E poi, ho dovuto digerire faticosamente la presenza alquanto frettolosa ed azzardata di una hackeressa ultra sessantenne, stile robin hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri... la cara Lisbeth della trilogia Millenium aveva un suo perchè, una sua storia che si dipanava ed arricchiva su ben 3 libri, oltre che l'età giusta... ma una nonnina in vestaglia e pantofole capace di 'bucare' fbi, banche e quant'altro... beh, non esageriamo.
Simpatico invece lo slang quebecchese.. m'ha ricordato Giù al Nord, versione francese originale di Benvenuti al Sud.
Ah dimentivavo.. la trama in 5 parole: poliziotto cerca serial killer cattivone.
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