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Horror sta per “orrendo”?
Mr. Mercedes di Stephen King ha suscitato la mia perplessità (in alcuni punti tinta di sdegno) nei confronti di un autore tanto acclamato.
Un pazzo scaraventa una Mercedes sulla folla che – in piena crisi economica – si assembra in cerca di lavoro al City Center. Il sangue di ignari malcapitati scorre abbondante e gli inquirenti non possono che constatare le modalità assurde con le quali lo stragista ha realizzato il proprio scellerato intento: “L’assassino… si era tolto la maschera, l’aveva imbevuta di candeggina ed era sceso dall’auto, infilandosi guanti e retina dei capelli probabilmente sotto il giubbotto.”
La Mercedes è stata rubata a Olivia Trelawney (ribattezzata dai detective “signora Nervosetti”), che in qualche modo si sente responsabile dell’accaduto (“Un mese dopo.. la Trelawney si era suicidata con un’overdose di antidolorifici”).
Kermit William Hodges, “detective di primo grado” in pensione che non disdegna metodi persuasivi (“Estrae il Castigamatti dalla tasca destra”), viene provocato dall’assassino e quindi indaga in proprio, intrecciando nel frattempo una relazione con Janey, l’affascinante sorella di Olivia.
Secondo il cliché più scontato dei romanzi violenti, il folle responsabile dei delitti è nell’ordine: fratricida, incestuoso, (“Lui e la madre condividono un segreto macabro e complesso, qualcosa a cui è meglio non pensare se non assolutamente necessario”), matricida, attentatore e kamikaze. Ma nasconde i suoi rigurgiti efferati sotto una scorza di normalità e rivestendo il ruolo dolce del gelataio.
La storia è un déjà vu, è terrificante per la disinvoltura con la quale espone le peggiori atrocità con prosa qualunquista (il mio sdegno si è impennato di fronte alla narrazione di un infanticidio che ha come vittima il fratellino handicappato), ai limiti dell’umana sopportazione nonostante qualche tentativo ammiccante, neanche troppo scaltro, neanche troppo sorprendente (“Se qualcosa può andare male, lo farà… Si tratta della legge di Murphy… un ingegnere aeronautico…”).
Di fronte a questa saga, mi sono chiesto, possiamo fare qualcosa? Forse sì. Boicottiamo (da quanto tempo non ricorrevo a questo termine anni settanta?) questo romanzo!
Bruno Elpis
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Commenti
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ho compreso perfettamente il tuo punto di vista!
è un autore di cui non ho mai letto nulla , quindi non mi esprimo, ma lo seguo sempre attraverso le recensioni
Comunque io boicotto ad ampio raggio normalmente, quindi aggiungiamo alla lista pure il Mercedes.
L'Ottocento era pieno di libri d'intrattenimento (qualcuno è pure diventato un Classico).
Secondo me, attualmente la letteratura è molto ricca di libri d'Autore (come non lo è mai stata precedentemente), anche se spesso non raggiungono i vertici delle classifiche delle vendite. Ma questo è un altro discorso .
Che l'autore abbia scritto libri di qualità, non avendolo letto, è possibilissimo; anzi, ti ringrazio per il suggerimento. Queste discussioni servono per confrontarci e trarne spunti costruttivi.
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Io non conosco l'autore, ma i suoi romanzi (!) vengono generalmente considerati letteratura d'intrattenimento, di sottogenere, che poco ha a che fare con la LETTERATURA.
Il fatto che venda molto e' una questione che riguarda più la sociologia che l'arte. Non avendolo letto, mi son perso qualcosa ? Secondo te, qualche suo libro merita di essere letto? Se si' , quale ( o quali)?
Non conoscendo l'autore, non interpretare necessariamente sarcasmo nelle mie parole. Mi serve un'opinione di un lettore come te.