Dettagli Recensione
Pelle e ossa
Inutile dire che imbattendomi nella pubblicità di questo libro, la cosa che ha colpito la mia attenzione è stata non il titolo, non l’autore (che apprezzo molto), non la copertina, ma quella frase messa ad hoc, ovvero: “Il seguito de Il collezionista di ossa”. La frase generata dalla mia mente in risposta a quella letta è stata: “Ok. Mio. Subito.”. Dopo il repentino acquisto, mi sono avviato speranzoso nella lettura, tentando invano di immaginare i collegamenti che l’autore aveva potuto fare con uno dei miei thriller preferiti, non senza la paura di avere tra le mani un libro definito come il seguito di un grande libro, solo per una mera operazione commerciale volta a fare soldi. I collegamenti a “Il collezionista di ossa” ci sono, ma forse definirlo un “sequel” è un po' eccessivo. Lo si potrebbe definire più come parte di una serie, con basi comuni e riferimenti alle parti che la compongono.
Seppur non si tratti di un vero è proprio seguito, mi sono ritrovato per le mani un thriller di ottima fattura, dal ritmo incalzante, forse non ai livelli del suo predecessore, ma comunque con degli standard alti. La scrittura di Deaver ti prende, è scorrevole, coinvolgente, con un discreto uso di “cliffhanger” di fine capitolo, imprescindibili in un buon thriller per tenere viva l’attenzione del lettore.
La trama è ben elaborata, non banale, densa di colpi di scena, fortunatamente non di quelli prevedibili dal primo capitolo come se ne incontrano, troppi, ultimamente.
L’assassino con cui il protagonista, Lincoln Rhyme, ha a che fare, “il collezionista di pelle”, è un antagonista interessante anche se, del collezionista probabilmente ha ben poco. E’ soprattutto quello che si cela dietro le sue azioni, i suoi delitti, a intrigare, Deaver è bravo a tenere nascosto al lettore quello che si cela dietro i crimini dell’assassino, soprattutto quella che sarà la vera “nemesi” del detective Rhyme, una nemesi che si rivelerà geniale quanto lui. Una rapporto tra nemici che ricorda un po' quello tra il caro Sherlock Holmes e il suo antagonista il professor Moriarty, una rivalità con alla base un profondo rispetto reciproco dovuto alla consapevolezza dell’immensa bravura dell’avversario.
Per concludere, vale davvero la pena leggere questo “sequel” de “Il collezionista di ossa”, che a quanto pare è diventato capostipite di una serie che non si concluderà con “L’ombra del collezionista”.
Caro Deaver, però, non sono ammessi passi falsi. Col collezionista non si scherza.
“Non importava che questa ipotesi fosse come minimo improbabile. La paura rendeva l’improbabile, perfino l’impossibile, più che plausibile.”
Indicazioni utili
Thriller in generale.