Dettagli Recensione
Non tutti i misteri hanno una soluzione
Difficile per la mente umana accettare qualsiasi cosa che non abbia una conclusione, una soluzione. Cerchiamo sempre di trovare qualcosa che possa chiudere il cerchio, che possa fornisci una spiegazione, seppure dovessimo inventarcela di sana pianta. Quella di Colorado Kid è una di queste storie, una di quelle storie nelle quali i fattori ignoti sono innumerevoli, i misteri indefiniti, la soluzione indecifrabile. La scrittura di King è decisamente efficace, scorrevole, ma forse non è stato il miglior romanzo con cui cominciare la mia avventura con la letteratura ‘horror’ del Re del brivido, mi sono lasciato ingannare dalla piccola mole del libro, che mi ha portato alla mente “I Piccoli Brividi”, ricordandomi come potessero essere terrificanti anche le brevi storie dell’orrore se sviluppate bene e con una buona storia e un buon contesto. Beh, forse era la mia mente al tempo fanciullesca a rendere quelle storie più terrificanti di quanto fossero. Quest’opera di Stephen King a mia opinione non può essere definita dell’orrore, sembra più un giallo decisamente poco riuscito, probabilmente anche perché presenta il fattore “mistero irrisolto”. Non fa paura, non crea moltissima tensione, anche se le pagine possono scorrere piacevolmente, seppur suscitando curiosità solo in pochi casi. Questo probabilmente perché della vera storia di Colorado Kid, ovvero la vittima dell’omicidio, veniamo a sapere solo e soltanto le storie costruite dalle menti che hanno avuto a che fare con quella vicenda. Quella di Colorado Kid sarà una di quelle storie irrisolte che non troveranno mai una soluzione, ma probabilmente, una delle meno intriganti.
“Per una donna un uomo è disposto a fare molte cose che, se fosse solo, non si sognerebbe neppure; cose da cui starebbe ben alla larga nove volte su dieci, anche sbronzo e con una schiera di amici a incitarlo.”
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