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Povero Malthus...
Poichè molto, se non tutto, è stato già detto da decine di altri vostri commenti, mi limiterò, in questa recensione, ad esprimere un rapido e personalissimo commento del romanzo.
In primo luogo vorrei dire che Dan Brown è affetto da una sfortunata sindrome del "punta dito": se scrive dei romanzi che si somigliano, o che sfiorano l'autoplagio, si solleva l'indignazione comune, perchè in qualche modo c'è una setta di persone che, dopo il suo "Codice Da Vinci", cerca una verità assoluta e complottistica nelle sue opere, e poi rimane deluso da tale assenza. Se ciò accade ad altri autori celeberrimi (eviterò i nomi per non attirare l'ira dei fanboy di turno) ed un elenco ancora immenso di personaggi che cambiano modalità, luoghi e nomi, ma scrivono sempre con un "modulo" preimpostato, allora diventano dei "Re" del rispettivo genere.
In secondo luogo, oltre a ripetere che Inferno è scritto bene ma non ti fa versare lacrime di gioia e che la storia è tanto monotona quanto scorrevole, vorrei domandarvi: vi è così disdicevole una ripetizione culturale? E' vero, per molti tratti sembra di stringere una guida turistica fra le mani, ma sfido chiunque a ricordare tutte le citazioni, le collocazioni artistiche, i cenni storici e scientifici e le nozioni rinfrescate o reintrodotte dal romanzo, che sembrano molto più concrete e meno fantasiose degli altri suoi romanzi...e qui ritorniamo al discorso di prima: forse la gente legge Brown solo per scoprire dell'esistenza degli alieni, o chissà cosa.
Avendola poi studiata in prima persona, vorrei dirvi che la teoria apocalittica Malthusiana che fa da perno all'opera, è quanto di più attuale e concreto possa esserci. Quindi, prima di bollare il romanzo come ripetitivo e "privo di significato", forse per una volta dovreste concentrarvi su un Brown più "tangibile" e meno "utopico", con nozioni culturali e scientifiche concrete in un romanzo che, per quanto non sia proprio brillante, è estremamente riflessivo e tragico nel suo significato.
Non c'è niente di quanto detto, se non i complotti e le società segrete (chissà...) che non sia al centro del problema demografico e scientifico della nostra società moderna.
Con questo commento non voglio criticare la visione di nessuno, ma soltanto sollevare una tematica comune della lettura odierna, quando si hanno tanti libri fra cui scegliere, ed un motore di ricerca sempre a portata di mano: attenti a dire che questo o quello è "troppo fantasioso", perchè potreste aver offeso qualcosa di matematicamente e realisticamente plausibile (qui, anzi, del tutto vero).
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