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Il superstite
 
Il superstite 2014-10-08 15:25:59 Mian88
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    08 Ottobre, 2014
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Frammenti e rinascita.

Là. Era proprio là. Davanti ai miei occhi, in offerta mescolato tra le varie altre opere su quello scaffale della libreria. Non ho resistito.
La storia di per sé ruota intorno alla scomparsa del giovane Sven all’età di 6 anni. Questa è la molla di partenza del romanzo ma anche il motore che ne alimenta la narrazione. Jan è distrutto, il peso della colpa e del rimorso da cui è attanagliato da ormai 23 anni sono una costante a cui non riuscirà mai ad abituarsi e da cui non riuscirà mai a liberarsi tanto che perfino il suo lavoro inizia a risentirne, proprio quella professione che ha intrapreso per aiutare sua madre, per comprendere per quale ragione non è riuscito a svelare quei “perché” che hanno spinto il colpevole ha rapire suo fratello.
Poi la svolta. Un nuovo inaspettato colloquio. Un amico del padre, una chance da non sprecare. Jan rindossa i suoi panni di psichiatra ed inizia a ricomporre i pezzi della sua vita. Le sue paure non lo abbandonano mai, nemmeno per un secondo, ma sa che dopo la separazione della moglie e quel che ha rischiato di perdere non può più permettersi una “mossa falsa”.
I giorni scorrono inquieti e caratterizzati da una serie di violenze, incidenti e misteriose morti. A tratti anche troppi, questo è forse l’elemento su cui Dorn ha calcato un po’ troppo la mano rischiando di “suggerire” al lettore chi fosse l’artefice di tutti i mali che affliggono la cittadina di Waldklinik prima del tempo. La narrazione è interessante; la voce narrante che si intervalla tra Jan e il psicopatico omicida offre al lettore più di una prospettiva creando in lui una dimensione di suspence tale da spingerlo a giungere al finale dell’opera. I personaggi sono delineati nelle loro linee principali, non si sa nulla più del necessario che sia indispensabile sapere. Non eccelsi ma buoni la sintassi e i dialoghi (cosa che può derivare anche dalla traduzione). Intrigante, una buona prova seppur “troppo impersonale”. Freddo. Tanto è ottima la narrazione psicologica che da magnete attira il lettore quanto è poco curato il rapporto umano dei singoli.

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