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Ancora una volta, deluso
Purtroppo, nonostante io sia un grande fan del Re, in questo periodo di lettura e recupero delle sue opere "marginali" sto sperimentando una profonda delusione e devo dar ragione a chi dice che King non sia in grado di scrivere opere di qualità media, ma soltanto eccellenti capolavori (IT, Il Miglio Verde, Misery, Shining e un'altra lunga lista dove il suo impegno è palese) o mediocri operette (la serie della Torre Nera, Pet Sematary, Cujo ecc.).
Partiamo subito col dire che Cujo e Pet Sematary, nonostante la distanza temporale, sono un plagio palese e noioso: in entrambi c'è l'animale malato/maledetto, entrambi hanno la famiglia nevrotica trasferitasi per lavoro al centro delle vicende, in entrambi c'è il bambino/bambina piccola che causerà il trauma, in entrambi c'è bisogno di lunghi viaggi di lavoro guarda caso nel momento del bisogno, in entrambi c'è la figura del vecchio/a saggio/a che conosce tutte le storie della citta, in entrambi c'è l'aggiustatutto inevitabilmente coinvolto e così via. Come potrete capire da queste parole, leggere entrambi i romanzi è a dir poco allucinante.
Per il resto lo stile di King è il solito, poco astruso e completamente confidenziale. Quel che gli imputo, però, è la lentezza esasperante del romanzo: non si parla di quotidianeità MISTA al fattore thriller/horror/mistico, ma praticamente di un enciclopedia della cittadina che deviano completamente dalla trama principale. A volte, devo ammetterlo, ho dimenticato perfino del cane e dell'intreccio fondamentale, ritrovandomi a pensare "ah è vero, sto leggendo Cujo". CAPITOLI INTERI dove avrete l'elenco preciso delle pubblicità viste dal protagonista, con tanto di nomi, descrizioni e date...storie di decine di pagine per descrivere elementi completamente inutili della serie "perchè quel bimbo si è iscritto a scuola" o "perchè ho comprato questo pupazzo", ed elenchi pedissequi di oggetti e situazioni che non avranno neanche uno scopo emotivo lontanamente confacente alle vicende degli autori.
L'unica cosa divertente è la descrizione di alcuni passaggi dal punto di vista del cane stesso, che si perdono però in un finale che dire "scontato" è un complimento.
Ancora una volta, aihmé, devo ripetere questa frase: "è uno di quei libri di King che avrebbe potuto scrivere un bambino con un pò di fantasia".
E la differenza con Pet Sematary o altre "operette" simili, è che qui di morale, significato o elementi intrinsechi, non ce ne sono neanche per sbaglio. L'intera opera, a mio dire, non ha un significato di fondo ! E' buttata là, come un racconto, nascondendo una quotidianeità che smorza la lettura ad un livello che, passatemi il termine, definirei "palloso".
Non parlo di dati astratti, ma di elementi concreti: 20 pagine consecutive descrivono il nome dei cereali e della ditta a cui il protagonista sta correndo dietro, per poi sfumare con un "Vic tornò alla realtà", e finire nel dimenticatoio, buttando via righe su righe di inadeguata inutilità in un romanzo che di per se sfiora le 300 pagine.
Forse King si perde troppo a "prepararsi il terreno" per la componente horror, o forse sfrutta semplicemente il suo nome a dovere per scrivere quello che gli passi per la testa: in Cujo come in Pet Sematary, se ci fosse stato un significato di fondo così forte da accantonare la componente suspance, non avrebbero messo in copertina gatti indemoniati e cani sbavanti.
Va a finire poi che quel lato "magico" e "mistico" nel romanzo è talmente marginale che sembra buttato lì, giusto per ricordarci "non è tutto normale", in un elenco insostenibile di situazioni inutili e vagiti infantili.