Dettagli Recensione
Kay Scarpetta
Un nuovo caso da risolvere per la patologa forense Kay Scarpetta, una vicenda che la coinvolge ancora una volta in prima persona. Sopravvissuta ad una aggressione fisica da parte di un omicida seriale, instabile emotivamente e professionalmente, viene abilmente ingannata e risucchiata da una spirale di orrore e violenza. Chi si nasconde dietro la scia di morte? L’intuito, l’esperienza e la materia grigia faranno la differenza?
Inizio lento e confusionario a causa dei rimandi all’episodio precedente. Il ritmo aumenta a metà del libro, una corsa contro il tempo per stanare il male e salvare il salvabile, non mancano risvolti inaspettati e minuziose descrizioni dei ferri del mestiere. Più che una patologa forense, pare un commissario di polizia pronta a scovare indizi e a formulare ipotesi per smascherare il colpevole. Un’indagine lampo, in meno di 48 ore il caso è chiuso, non del tutto realistica come tempistica. Il finale è affrettato, il movente e il modus operandi meritano maggior approfondimento. Sono presenti poche scene da mattatoio ma la morte la si percepisce lo stesso con tutti i sensi, le operazioni investigative sono tecnologiche, un thriller moderno privo di indizi concreti accessibili anche ai non addetti ai lavori. La voce narrante è la protagonista, pratica e chiara, si intuisce bene il suo carattere forte e determinato. I capitoli sono brevi e le pagine volano velocemente.
Concludendo, una puntata per i fan di Kay Scarpetta.
“Quello che sto provando è dolorosamente familiare, un vecchio amico triste e sinistro, un deprimente leitmotiv della mia vita. Anche la mia reazione è un sentimento che conosco bene, un profondo abbattimento, una sensazione di indurimento, come se qualcosa dentro di me stesse sedimentando, si stesse assestando pesantemente, una profonda oscurità uno spazio senza fondo e senza luce, sempre più irraggiungibile. É quello che provo ogni volta che entro in un luogo dove la morte mi attende silenziosa e puntuale affinché mi occupi di lei come solo io sono in grado di fare.”