Dettagli Recensione
I gironi di un romanzo
Chandler sosteneva che la plausibilità è un requisito essenziale per un buon thriller: se si dovesse accogliere questo parere come criterio di valutazione allora il giudizio su “Inferno” potrebbe essere solo negativo, visto che al confronto i romanzi di Fleming su 007 sono testi da neorealismo.
Tuttavia se, iniziata la lettura, al termine di ogni capitolo (“Inferno” ne comprende ben 104!) ci si butta sul successivo con l’interrogativo “Voglio vedere come ne vengono fuori (Dan Brown e il professor Langdon) da questo –apparente- vicolo cieco” (che potrebbe essere un criterio alternativo per valutare un thriller) e il risultato è che in quarantott’ore la lettura è terminata, beh! allora bisogna ammettere che lo scrittore ha raggiunto l’obiettivo di coinvolgerci nella vicenda.
Vi sono tuttavia anche altre ragioni che rendono “Inferno” un libro da consigliare. Dan Brown pone al centro dell’intreccio la tematica del sovrappopolamento demografico, un tema cruciale per il futuro del’umanità. Se la soluzione ventilata appartiene alla fantascienza ed è quindi una “non soluzione” – né potrebbe essere diversamente trattandosi di un romanzo – per lo meno il romanzo costituisce una provocazione che potrebbe/dovrebbe sollecitare una maggior attenzione per una questione elusa dal dibattito politico. Per questo motivo ritengo che “Inferno” meriti un giudizio più positivo rispetto al – a mio avviso – sopravvalutato “Codice da Vinci”.
Inoltre Dan Brown/Langdon dimostra ancora un amore profondo per la ricchezza del nostro patrimonio culturale, tale che meriterebbe un riconoscimento ufficiale da parte del Ministro della Cultura e del Turismo (finalmente riuniti in un unico ministero).
A fronte di questi aspetti le sviste trovate da chi ha analizzato a fondo il libro appaiono marginali ed anche la più vistosa (quella sulla data della maschera mortuaria di Dante Alighieri) è ininfluente sulla dinamica della storia.