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Maschere...della vita
Fuentes ci propone un'opera intrisa di tutta la cultura cubana, con le sue meraviglie e le sue sottili atrocità.
Un delitto di un ragazzo travestito da donna, un poliziotto un po' croce e delizia del suo comando, luoghi comuni e stereotipi che si miscelano all'interno di una società, seppur rivoluzionaria, estremamente bigotta, questa è l'ambientazione nella quale ci immergiamo sulla fine degli anni '80.
L'autore attraverso le indagini di Mario Conde ci conduce nei meandri della cultura gay, in un'isola che assolutamente ripudia tali persone in tutti i modi.
Maschere mai titolo fu più indovinato per un'opera letteraria, si, Fuentes ci fa capire come vengano indossate più maschere da ogni individuo, un po' per immedesimarsi nell'altro ma anche e soprattutto per scomparire e riemergere sotto nuove vesti ed identità. Il chi scompare per divenire un nuovo chi...
Poliziesco dei più classici come struttura, le caratteristiche essenziali dell'opera sono nel contenuto, dai forti messaggi sociologici ma anche da quei simboli di una cultura mai banale, quella cubana appunto, quelle birre di contrabbando, quei rum desiderati e assunti come acqua per un assetato, i sigari, mai tutti perfettamente uguali semmai simili, quel sesso vissuto come un'arte, quei corpi di entrambi i sessi, mulatti, "negri", bianchi e creoli in un turbinio di passioni, questa è anche Cuba, una Cuba dalla grande tradizione teatrale e letteraria da cui si attinge per un finale seppur prevedibile ma non assolutamente banale e sicuramente attuale.
All'inizio l'opera va letta con estrema attenzione perchè non è di facile comprensione e potrebbero perdersi passaggi e sfumature importanti, ecco perchè potrebbe risultare un po' pesante per poi passare a dialoghi molto più scorrevoli nella seconda metà del libro.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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