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La paura vera
Russia, 1933. La popolazione stremata dalla fame è alla disperazione, due bambini rincorrono nel bosco un gatto scheletrico per mangiarlo, è l'unico essere vivente rimasto nel villaggio dopo che la popolazione ha cotto persino gli stivali di pelle per sfamarsi, e si cominciano a verificare episodi di cannibalismo. Uno dei ragazzini non farà mai ritorno a casa.
Russia 1953. La popolazione vive nel terrore totale, qualsiasi atteggiamento o parola appaia anche lontanamente in contrasto con il regime di Stalin, provoca un'immediata deportazione, la tortura e la morte. Nessuno è insospettabile e la psicosi di essere sorvegliati e di poter essere arrestati ricorda vertiginosamente l'ambientazione orwelliana di "1984".
Il protagonista del romanzo è Leo Stepanovic Demidov, un dipendente della polizia segreta russa totalmente convinto che, per il bene dello Stato e per il trionfo del regime, tutto sia permesso. Le sue certezze crollano quando viene incaricato di indagare, e quindi incriminare, la propria moglie. La vita di Leo si trasformerà quindi nella ricerca della verità e di un pericoloso assassino che sventra i bambini, ma del quale lo stato rifiuta di ammettere l'esistenza.
Un libro bellissimo, ben scritto e che vanta un'ambientazione agghiacciante e da brivido... le pagine trasmettono la paura vera, per la quale non servono mostri, ma bastano gli uomini ed un regime folle ed omicida.