Dettagli Recensione

 
Marnie
 
Marnie 2014-06-27 03:46:59 Bruno Elpis
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    27 Giugno, 2014
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Marnie feat. Hitchcock

Uno psicodramma di notevole caratura: “Marnie” di Winston Graham è l’opera dalla quale Hitchcock ha tratto l’omonimo film del 1964.

Marnie soffre di cleptomania (“A dieci anni ero stata sorpresa a rubare due volte… Imparai subito che era molto meglio non avere partner”). In particolare, nei suoi “colpi”, segue un canovaccio collaudato:
- si fa assumere preferibilmente in ruoli di cassiera/contabile (“Un anno dopo il colpo al Roxy, risposi a un’offerta della John Rutland & Co. di Barnet. Si trattava di un posto da vice cassiera”);
- dimostra grande professionalità (“Non si può dire che ti manchi l’iniziativa sul lavoro, ma è come se recitassi una parte”) e studia attentamente le abitudini del luogo di lavoro;
- coglie l’opportunità di impossessarsi dei contanti;
- sparisce con il malloppo;
- cambia identità e riparte per una nuova avventura (“Un anno dopo il colpo al Roxy, risposi a un’offerta della John Rutland & Co. di Barnet. Si trattava di un posto da vice cassiera”).
Con questi furti, la donna mantiene l’anziana madre, che ha un passato ambiguo nel quale i problemi di Marnie affondano le loro radici (“…sebbene fossi la luce dei suoi occhi, non mi baciava mai con un sincero slancio d’affetto”) e vive a Torquay con un’inserviente.
Nel corso dell’ennesimo cambio d’identità (“A volte mi viene il dubbio che nascondi un insospettabile passato”), la ladra approda alla Rutland & Co. E lì, i due giovani rampolli della proprietà aziendale - Terry e Mark - la corteggiano (“Volevo evitare di rovinare i rapporti anche con l’altro dirigente giovane dell’azienda… In realtà non sapevo cosa farmene, né di lui né di suo cugino”). Perché Marnie è tanto bugiarda (“So che hai ventitré anni e che sei vedova. Tuo padre e tua madre vivono in Australia e tu hai studiato a Norwich. Sei bravissima con i numeri, i temporali ti spaventano a morte e vai spesso alle corse…”) quanto bella.
Ma la cleptomania non è l’unico complesso che affligge l’apparentemente inappuntabile impiegata: Marnie è ceraunofoba, ossia ha una paura ancestrale per i temporali (“Se un lampo si riflette in uno specchio, vedrai lo sguardo del diavolo”) e – se ne accorgerà ben presto Mark, che scopre il tentativo di furto e ciononostante la sposa – è frigida (“No, non sei tu il problema. Non sopporto il contatto fisico”).
L’unica situazione nella quale la donna sembra felice è il contatto con il cavallo che possiede (“Mi piacciono i cavalli. Per me non c’è niente di più bello”)…
Mark convince la moglie a sottoporsi a psicoterapia e Marnie oppone anche a questo tentativo ogni resistenza possibile, frapponendo tra sé e lo psicanalista la sua fortissima tendenza a mentire (“E’ come se un bocciolo rifiutasse di schiudersi o una farfalla volesse a tutti i costi rimanere crisalide”): mentire sempre e comunque (“le lacrime erano finte, naturalmente, non provavo il minimo rimorso”).

Il finale del romanzo di Graham è completamente diverso da quello rappresentato da Hitchcock nel film: più complesso (“Penso che i sentimenti siano come le scatole cinesi: ne apri una e dentro ne trovi un’altra e poi un’altra e non riesci mai ad arrivare all’ultima…”) e credibile (“Il dolore degli altri non era tanto diverso dal mio”), meno hollywoodiano, più esistenziale (“Non è la banderuola che cambia direzione, è il vento”)…

Bruno Elpis

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
"Gli uccelli e altri racconti", "Psycho"...
Trovi utile questa opinione? 
200
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

3 risultati - visualizzati 1 - 3
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

donna incatenata dalle proprie turbe psicologiche a vivere una vita di menzogna, sicuramente infelice... Che personaggio davvero "nero",creato senza concepire nessuna luce di speranza, che possa indirizzare una svolta verso la "guarigione".
In risposta ad un precedente commento
Bruno Elpis
27 Giugno, 2014
Segnala questo commento ad un moderatore
Ciao Francesca.... SPOILER: il finale del romanzo è struggente e propone uno sbocco illuminato dalla luce della "guarigione"
In risposta ad un precedente commento
GLICINE
27 Giugno, 2014
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie Bruno per la precisazione, la viva luce della speranza cambia totalmente prospettiva alla storia.... meno male!
3 risultati - visualizzati 1 - 3

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Incastrati
Identità sconosciuta
Intermezzo
Lo sbirro, il detective e l'antiquario
L'uomo che morì due volte
L'ora blu
Morte in Alabama
Malempin
La mano dell'orologiaio
Omicidio in biblioteca
Tragedia in tre atti
Cavie
Ali di vetro
Le lupe
La violenza dei vinti
Appuntamento fatale