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Roseanna
 
Roseanna 2014-06-23 08:02:32 MATIK
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
MATIK Opinione inserita da MATIK    23 Giugno, 2014
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Roseanna.

Una donna viene ritrovata in una chiusa di un fiume, tanti battelli percorrono quel corso e proprio da uno di quelli è stata gettata, prima di esser stata stuprata. La polizia parte dal niente, non si sa chi sia la donna, nessuno si ricorda di lei e nessuno ha dichiarato la sua scomparsa. Si scopre che è una turista americana, Roseanna, una bibliotecaria solitaria che voleva vedere le bellezze prima dei paesi nordici e poi dell'Europa, ma la sua vita le è stata tolta da uno psicopatico al quale Martin Beck ed i suoi collaboratori dovranno dare un volto.
Un bellissimo giallo. Impeccabile, affascinate e coinvolgente la ricostruzione dell'indagine che ci porta alla scoperta del colpevole, nonostante sia stato scritto agli inizi degli anni 60, è molto attuale, particolare anche il personaggio di Martin Beck: è un uomo reale, che si ammala, al quale fa male lo stomaco, ligio al dovere e per questo spesso è assente in famiglia e trascura la moglie, è un detective molto bravo a far parlare la gente e in questa storia è ossessionato dal dover scovare un uomo che è capace di far così tanto male ad una donna!
"Martin Beck ricorda che possiede tre delle principali virtù che un poliziotto può avere, pensò. Sei testardo e razionale. E assolutamente calmo. Non ti lasci disorientare e ti impegni nelle indagini in modo professionale, qualsiasi cosa riguardino. Parole come abominio, atrocità, bestialità, appartengono ai giornali e non al tuo modo di pensare. Gli assassini sono uomini assolutamente comuni, soltanto più sfortunati ed emarginati di altri."

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Per chi ama i gialli di autori nordici!
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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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D'accordo con te.
Un libro di quelli che hanno aperto la pista, oggi tanto frequentata, del giallo in "salsa" scandinava.
Non un capolavoro, certo, ma un libro che ha il suo motivo... i suoi elementi di novità.
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MATIK
24 Giugno, 2014
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Hai perfettamente ragione, non è un capolavoro, ma ha il suo perchè....
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C.U.B.
24 Giugno, 2014
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Avrei qualcosa da dire sull'ultima riga che mi sembra generalizzi veramente troppo ...
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Rollo Tommasi
25 Giugno, 2014
Ultimo aggiornamento:
25 Giugno, 2014
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Ciao C.U.B.. Non so che vuoi dire, se non lo dici...
La bellezza di questo sito ê che possiamo dialogare tra noi, a volte "mettendoci" dalla parte della ragione, e altre volte semplicemente contrapponendo un'opinione ad un'altra. Ma vorrei ascoltare la tua...
Maj Sjowall e Per Wahloo, sono comparsi negli anni 60, prima di Larsson, Nesbo, Camilla, Nesser, Mankell, Roslund & Hellström per citarne alcuni. I loro gialli sono essenziali, compatibilmente con la realtà della società del loro tempo, saranno datati, ma sono eleganti e pittoreschi.
Ti consiglio di continuare con la serie dedicata a Martin
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
25 Giugno, 2014
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Caro Rollo, non ho specificato perche' era evidente. L'ultima riga dice "Gli assassini sono uomini assolutamente comuni, soltanto più sfortunati ed emarginati di altri." E io continuo a ritenere che generallizzi un po' troppo. Alcuni assassini forse, ma se scrivendo non si specifica ALCUNI la frase prende il senso TUTTI. E io non sono d'accordo con quella frase.
Spero che ora sia chiaro cosa intendevo.
In risposta ad un precedente commento
MATIK
25 Giugno, 2014
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Gracy ho iniziato il secondo della serie "L'uomo andato in fumo", questi racconti si "divorano", a me fanno questo effetto! Non smetterei mai di leggerlo per sapere cosa scopre Martin....e questo è un segnale molto positivo per un libro, vuol dire che è scritto in maniera accattivante e coinvolgente!!!
Scusami C.U.B.: poichè il tuo commento era indirizzato come risposta al mio primo messaggio, pensavo ti riferissi a quello, e dunque non riuscivo a capire quale potesse essere il significato "nascosto" di quel che avevo detto.
Adesso ho capito a cosa ti riferivi, e sono d'accordo con te. Considera, però, che i primi gialli scandinavi che hanno lanciato la "moda" - il libro commentato è uno di quelli - hanno la loro particolarità in un certo senso di ineluttabilità... come se l'assassino non voglia uccidere, ma "debba" uccidere. Al di là del condividere o meno questa prospettazione, è chiaro che nella realtà una generalizzazione del genere non può funzionare.
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