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"Luccicanza" poco luccicante senza l'Overlook
All'idea del Re ormai sfornito delle sue migliori cartucce mi sono praticamente rassegnato, però è giusto affermare che "Doctor Sleep" sia un seguito dignitoso di "Shining" e quindi consigliabile agli amanti dello scrittore. E' realizzato secondo uno schema ben noto ai fans, con numerosi rimandi più o meno rielaborati ad altri suoi scritti anche se alcuni personaggi giungono troppo ripresi, se non addirittura ricalcati, da cose già viste..ops, lette.
Il limite di King più evidente è forse questo, quello di non addentrarsi più in sentieri oscuri e non battuti (e per il re del brivido è un bel paradosso) ma preferire viaggiare comodo in prima classe a bordo di situazioni tipiche della sua narrativa, che, dopo una marea di libri, diventano per forza un attimo stantie e polverose.
Inoltre qualche parte descrittiva di troppo è come al solito presente, ma nel complesso il ritmo è di quelli invidiabili. Non male la risalita dall'autodistruzione di Dan, ferocemente provato dai fatti dell' Overlook Hotel, il mastodontico albergo qui scomparso coi suoi labirintici corridoi e le stanze infestate da sinistre presenze.
Lo sguardo nostalgico all'infanzia questa volta è risparmiato grazie alla vitalità di Abra, in quello che è una sorta di passaggio di consegne col protagonista. Aleggia invece oscuro l'avvicinarsi della morte, il timore della vecchiaia con i membri del Vero Nodo, e gli ospiti dell'ospizio in cui Dan lavora, ad incarnare alla perfezione questa paura che King, alle soglie dei 70 anni, probabilmente inizia a maturare. Da qui, probabilmente, una sorta di comprensione nei confronti dei "cattivi", con a seguire sciorinato un altro punto fermo dell'autore: l'immancabile e impari lotta del coraggioso e (in apparenza) mal assortito gruppetto contro un Male potente e atavico.
La chiusura è potabile anche se forse incapace di coinvolgere pienamente. Beh, visti alcuni finali di King (mi rotolo ancora nei rovi per quello di "It") bene così.
Entusiasmo un po' più che tiepido. Comunque ritrovare il vecchio zio Steve anche non su livelli incommensurabili è sempre un piacere.
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