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Un thriller diverso dal solito
Ho appena finito di leggere questo romanzo di Grange, il primo per quanto mi riguarda, e devo dire che ne sono uscito piacevolmente sorpreso. Il romanzo, che definirei un misto tra thriller "psicologico" e thriller "d'azione", racconta le indagini condotte da un soggetto in perenne fuga psicogena (ovvero colui che perde la memoria e si riscotruisce ex novo una identità) e un'agente di polizia che ben presto si troverà ad agire ai confini della legalità. Il risultato è un romanzo non banale, molto articolato e colmo di colpi di scena. La parte "psicologica" del romanzo l'ho apprezzata molto: l'autore, invero, riesce egregiamente a trasmettere l'angoscia, le inquietudini e le fobie dei personaggi principali dettate sia dalle vicissitudini in cui sono loro malgrado coinvolti, sia perchè soffrono di una vita privata ai confini della solitudine più totale con le intuibili conseguenze sulla di loro personalità.
Per quanto riguarda il fronte "action", invece, il romanzo soffre di inverosomiglianza: vi si trovano troppi colpi di scena e coincidenze che - a mio avviso - fanno perdere di credibilità al tutto.
Preciso altresì che la storia non verte sulla mera ricerca dell'assassino, ma anzi tale aspetto risulta piuttosto il pretesto per giustificare la narrazione con la quale l'autore ha voluto dire molto di più. Il risultato è sicuramente un'opera che si lascia leggere tutta d'un fiato; ogni capitolo si chiude volutamente con una situazione in sospeso che spinge il lettore ad andare avanti sino all'ultima pagina!
La soluzione del giallo, infine, risulta a mio parere troppo sbrigativa ma è un giudizio personalissimo, in quanto amo i misteri che vengono rivelati grazie ad un'attenta cura dei particolari (cosa che evidentemente è ad appannaggio più di un giallo classico piuttosto che di un thriller).