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Il cardellino
 
Il cardellino 2014-05-05 20:16:15 annamariabalzano43
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    05 Mag, 2014
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Il cardellino di Donna Tartt

Due, sono due i temi fondamentali al centro di questo lungo romanzo di Donna Tartt, scritto con rara eleganza, profondo nell’analisi dei sentimenti umani, coinvolgente nella storia.
Il primo e più evidente è il tema della solitudine, della disperazione quasi senza voce del giovane protagonista Theo, che viene privato del grande amore della madre e per la madre in seguito a un tragico attentato al Museo d’arte moderna di New York. Il contatto con il mondo esterno, non più mediato dalla presenza amorevole della mamma, è brusco e amaro e conduce Theo, appena tredicenne, attraverso dure esperienze che diventano sempre più dolorose.
Il rapporto frustrante e deludente con il padre, l’amicizia con Boris, forte e deviante a un tempo, lo trascinano verso l’incubo della droga e dell’alcol.
La grande tradizione letteraria americana è qui chiara ed evidente: Theo è il discendente del picaro Huckleberry Finn, di Twain, e del più moderno Dean Moriarty di Kerouac.
Unica costante in questo mondo degradato in continuo movimento, è il segreto che Theo conserva gelosamente: il quadro sottratto al momento dell’attentato al museo, il piccolo gioiello dipinto da Fabritius nel 1654, Il cardellino, che tanto piaceva a sua madre. E qui si innesta il secondo tema, non meno importante, del romanzo, quello della funzione dell’arte e del rapporto opera d’arte e fruitore dell’opera.
Il cardellino fu dipinto da Fabritius con la tecnica del trompe l’oeil e questo particolare è estremamente significativo nella comprensione del romanzo. Il quadro crea dunque un’illusione. Dipinto su uno sfondo simile a una parete, l’uccellino, legato al posatoio da una catenella, sembra voler spiccare un volo impossibile da un momento all’altro. Né d’altra parte la scelta di questo volatile è casuale, poiché esso era conosciuto nell’antichità come un piccolo animale domestico, facilmente addestrabile, in grado di eseguire piccoli trucchi.
In questa prospettiva il giovane Theo si identifica con il cardellino stesso, nella sua aspirazione alla libertà negata, alla sua propensione all’inganno e alla truffa.
Con grande sensibilità la Tartt si chiede quale sia il confine che separa il bene dal male, insinua il dubbio che sia difficile separare le due cose ed è per questo che il protagonista del suo romanzo oscilla tra l’incoscienza e la superficialità generate dalle droghe e la consapevolezza e la lucidità dei momenti sobri.
Ed ecco l’interrogativo che Theo pone a se stesso: “Come è possibile che pur rendendomi conto che tutto quel che amo o che mi interessa è un’illusione, io continui a sentire che tutto ciò per cui vale la pena vivere risiede proprio in quella illusione?.......il cuore non si sceglie. Non possiamo obbligarci a desiderare ciò che è bene per noi o per gli altri. Non siamo noi a determinare le persone che siamo.”
Nello stesso modo Theo si pone di fronte all’illusione creata dall’opera d’arte: “ …mi sono convinto che non c’è alcuna verità dietro l’illusione. Perché tra la realtà da un lato e il punto in cui la mente va a sbattere contro la realtà, esiste uno spazio sottile, uno spicchio di arcobaleno da cui origina la bellezza …..questo è lo spazio in cui tutta l’arte prende forma …”
A parte qualche caduta di tono, dove sembra che la Tartt abbia ceduto al fascino del cinema americano tendente alla pulp fiction, direi che l’insieme è un omaggio alla grande funzione dell’arte nella vita di ogni individuo, che sia essa espressa dall’opera di pittori, musicisti, artisti di ogni genere, sia essa espressa dall’abilità manuale dei restauratori che sono in grado di preservare quei manufatti che conservano in sé anni di storia e di storie. E mi piace citare una frase tra quelle che chiudono il romanzo, che rende ancora più chiaro il concetto: “ E nel pieno del nostro morire, mentre ci eleviamo al di sopra dell’organico solo per tornare vergognosamente a sprofondarvi, è un onore e un privilegio amare ciò che la Morte non tocca.”

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Commenti

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Ora convieni con me su quanto quel giornalista sminuisse il valore del quadro nell'opera ? Il Cardellino e' un protagonista fondamentale del romanzo, altro che...

Bel commento !
Cara Anna una recensione appassionante e tra quelle che ho apprezzato di più per trama e panoramica....il tuo amore per la letteratura americana trabocca da ogni riga....che bello... "leggerti" :)
D'accordissimo con te C.U.B. !
Grazie Marcy! Tu capisci bene le mie passioni, come io condivido le tue!
Recensione molto bella. E' un libro che intendo leggere. Quando un'opera è 'di livello', la quantità delle pagine non è affatto un 'difetto' .
si, Emilio, sono d'accordo, anche se credo che la lunghezza a volte possa penalizzare un ritmo perfetto molto difficile da mantenere costante per lunghe lunghe pagine!
Aggiungerei...appassionata direi sopratutto per l'amore per l'arte :)
Assolutamente Anna....le tue come le mie provengono dal profondo...:D
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