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IL MISTERO DELLA MORTE
Ho finito stanotte il libro (chiaramente a luce accesa) ed ancora non riesco a smettere di pensarci.
Sì, perchè mi aspettavo un romanzo da brivido, e fino a circa la metà il racconto è in linea con le aspettative. La classica cittadina apparentemente tranquilla del Maine è il teatro di un potere soprannaturale, di una forza sconosciuta che pian piano entra nella vita dei protagonisti per turbarne la quiete. Il gatto di famiglia viene investito ed ucciso, ma un luogo di sepoltura magico lo restituisce alla famiglia Creed ... seppure cambiato. Quell'animale, un tempo compagno affettuoso della figlia maggiore, comincia ad incattivirsi, ad uccidere altri animali per puro piacere, tormentando Luis, il padre della bambina, che lo ha riportato in vita. Pallidi fantasmi si agitano nei sogni del protagonista, e mi ero immaginata che la storia potesse sciogliersi con una escalation di crudeltà del gatto o con la resurrezione degli altri animali seppelliti nel "pet sematary".
E invece, il colpo di scena. Il romanzo cambia. La storia non è più d'orrore, ma di dolore: per la perdita di un caro, per il senso d'impotenza di fronte al destino, per la frustrazione ed il senso di colpa di chi rimane. Non importano più i fantasmi, gli animaletti smembrati da Church, o il wendigo che si aggira nei boschi del Maine. Resta solo quel dolore sordo, martellante, che ti toglie il fiato. Si spalanca il pensiero: io, cosa farei? Lascerei andare la persona amata, se solo avessi la possibilità di farla tornare indietro, seppure diversa? All'orrore si sovrappone, lentamente ma inesorabilmente, la follia di chi non può accettare la perdita e si spinge al di là dei confini del bene e del male - e che per questo viene terribilmente punito.
Un romanzo bellissimo, maturo, profondo, a cui non ho dato il massimo in "Piacevolezza" perchè in certi momenti mi ha fatto stare veramente male!
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