Dettagli Recensione
Un tuffo dove l'acqua è più scura
La prima domanda che mi sono posta quando ho letto questo libro è esattamente questa. Perché non ho ancora letto gli altri? Forse, mi sono lasciata distrarre, ma Brian Freeman è davvero un autore imperdibile. Un ritmo veloce, dinamico, descrittivo quanto basta e di grande impatto visivo. Ecco, l’impressione che mi ha lasciato sin dal prologo è quella di un bel film. Protagonista il detective Stride e una giovanissima ragazza perduta che spalanca le porte al passato e ai sensi di colpa. Orfana di una madre, la cui morte ossessiona lo stesso Stride, Cat è una ragazzina che ha conosciuto troppo presto la prostituzione, che porta un coltello sempre addosso e che, nonostante sia finita nella mani di uomini sbagliati, sin dalle prime pagine non sembra certo un angioletto indifeso. E quando qualcuno sembra intenzionato ad ucciderla, per sfuggire ad una morte più che sicura, non esita a gettarsi dal ponte di una nave, dov’era stata chiamata per una festa privata (se si può definirla così!). Sarà Stride, coinvolto dal fatto che la morte della madre di Cat è ancora una ferita che brucia nel suo animo, ad aiutarla. Ma è davvero tutto come sembra?
Un tuffo che darà vita ad un thriller a mio parere ben congegnato, in cui si affondano le radici in tematiche tristemente attuali, sull’innocenza perduta e sulle apparenze ingannevoli.
Ovviamente, non avendo letto gli altri, mi sono persa qualche dettaglio della vita dei protagonisti, ma ho già comprato Immoral. E, visto l’inizio accattivante, non vedo già l’ora di finirlo!
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Buon Freeman Viviana :))