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Intervista col vampiro
 
Intervista col vampiro 2014-04-23 13:50:47 Raffa73
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4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Raffa73 Opinione inserita da Raffa73    23 Aprile, 2014
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Era il 1791

E’ stato difficile non pensare al film con il bel vampiro Brad Pitt mentre leggevo il romanzo da cui è tratto. Difficile per i primi capitoli, quando la storia ancora non aveva preso piede, ma a un certo punto per me esisteva solo il Luis del romanzo, senza un volto preciso, con i suoi pensieri tormentati, con le sue domande, la sua sete di conoscenza.
Questo romanzo è ambientato in una New Orleans cupa e affascinante, misteriosa e crudele. Qui si narra la vicenda di Luis, il protagonista, creato dal vampiro Lestat, un uomo capriccioso, un uomo del suo tempo, che vuole lasciarsi andare alla sua natura, fare ciò che gli detta l'istinto e gli crea piacere: uccidere, perché così è. I vampiri mietono morti, senza pietà, come la febbre, il colera, i duelli.
Luis però è diverso, si chiede quanto vale una vita spezzata, quanto senso ha vivere attraverso quel sangue che rigenera, fortifica e dà calore a chi vivo non è.
Altra domanda che Luis si pone e che lo condurrà in Europa è cosa sono i vampiri: angeli della morte? Anime dannate? O una specie a sé? La sola risposta che avrà è che è proprio il suo tormento la sua linfa vitale, perché i vampiri, a dispetto della loro eternità, non riescono a sopportare un mondo che si evolve e che causa loro una sorta di invecchiamento dello spirito. Sarà noia, solitudine, assuefazione al dolore causato, ma alla fine sono i sentimenti tipicamente “umani” il loro vero nutrimento, più del sangue. Il vampiro Armand ne è consapevole e farà di tutto per nutrire la sua anima attraverso quella del triste e affascinante protagonista, attirandolo a sé con la promessa di una visione differente del mondo, allontanandolo dal suo unico amore: Claudia, la donna vampiro intrappolata nel corpo di una bambina.
Lo stile di Anne Rice è tortuoso e per nulla facile, ma affascinante e piacevole. La sua versione di vampiro è differente dalla classica versione del grande Bram Stoker, con lei il vampiro si evolve, parlando in prima persona di sé e del suo mondo, non dimenticando però le classiche atmosfere suggestive e inquietanti a cui siamo abituati quando pensiamo al tenebroso conte Dracula.

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Commenti

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Dal tuo commento indovino che il libro lascia all'interiorità dei vampiri uno spazio molto più ampio che non l'omonimo film di Neil Jordan (peraltro, regista in gamba). Lì tutta la tua riflessione sull'anima di questa specie non mi è sembrata così sviluppata.
In risposta ad un precedente commento
Raffa73
23 Aprile, 2014
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Nel film si intuisce molto del tormento di Luis, ma il regista non poteva sviluppare tutte le questioni morali e filosofiche affrontate dalla Rice, sarebbe stato lunghissimo e anche noioso ;)
Devo dirti che a me è piaciuto in egual misura sia il film che il libro. Parlo ovviamente di gusto personale, scusandomi con gli amanti del genere, io ho letto veramente poco, ma la Rice mi è piaciuta tanto e approfondirò con altri suoi lavori, anche se non so da dove iniziare :D
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