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Il passato a volte ritorna
Giallo scandinavo dal ritmo lento. Il noto team ha tra le mani un nuovo caso da risolvere, lettere minatorie e scomparse/comparse sospette legate ad un passato ignoto e ad un libro d’esordio dal contenuto inquietante. I protagonisti strada facendo capiscono che si raccoglie ciò che si semina, con rassegnazione si accetta. Riuscirà la squadra a svelare l’arcano?
Una trama promettente dalle potenzialità inutilizzate, per un buon numero di pagine i fatti si susseguono fiaccamente, le operazioni investigative raffreddano il detective-lettore e i punti cruciali sono privi di suspense. La partenza è debole, i pochi elementi centellinati dall’autrice non permettono di affiancare gli investigatori (o si tratta forse di una tattica ben studiata per celare sotto una coltre di mistero indizi e dettagli?) e l’aggiunta di dati superflui non impreziosiscono la narrazione. La seconda metà del libro decolla diventando un thriller coinvolgente, gli interrogativi e le risposte sorgono in via naturale seppur in ritardo rispetto alle aspettative e la fine è una corsa a perdifiato.
I personaggi, dalle scarse personalità, sono presentati sotto ogni punto di vista, gli ambienti, invece, sono descritti sommariamente. Ci sono continui collegamenti alle precedenti opere della bella Läckberg, nota importante per capire fino in fondo la storia.
Lo stile semplice, i toni informali, il contenuto leggero e i capitoli brevi rendono la lettura scorrevole. La copertina è accattivante, il titolo trova spiegazione verso l'epilogo.
Concludendo, un appuntamento per gli affezionati turisti di Fjällbacka.
“Alcune donne avevano una determinazione tale che nulla avrebbe potuto spezzarle. Piegarle, forse, ma mai spezzarle”
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Ciao Sary.
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Ciao Sary...Pia