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Il tuono è passato, ora cade la cenere
Recensire i volumi successivi all'esordio di una saga non è mai compito facile. Il secondo potrebbe essere pressocché uguale al primo, rivelarsi inconcludente o perfino migliore sotto ogni aspetto.
Il caso di Tuono e Cenere è quello in cui ci si trova dinnanzi alla naturale prosecuzione della trama e dei risvolti personali introdotti nel primo volume, continuando la storia esattamente dove l'avevamo lasciata, e tirandosi dietro tutte le implicazioni di carattere bellico e sentimentale.
Detto ciò, non c'è molto altro da aggiungere, poiché il volume è una tappa obbligatoria per tutti coloro che vogliono giungere alla conclusione, e non fa altro che descrivere le battaglie e l'evoluzione dell'epidemia da un punto di vista diverso, introducendo nuovi personaggi e mettendone al margine altri, descrivendo nuove situazioni (talvolta inutili ai fini della trama, ma comunque godibili) e spostando l'accento su un pericolo decisamente più esteso (non solo geograficamente, ma anche umanamente).
Si affronterà così una lettura basata su cliché abbastanza comuni, quali vari tipi di infetti, scoperte che possono cambiare le sorti del mondo, predoni e razziatori che aggiungono sciagura al già vastissimo panorama di desolazione, baluardi e sopravvissuti vari, conquiste di vario genere e suggerimenti utili da portare in tasca per sparare bene e crearsi un generatore d'elettricità in qualche minuto. Dopotutto, ogni libro Z che si rispetti è fatto proprio di questo: una suspance di fondo in cui le situazioni possibili sono chiare ed intellegibili, ma non sai mai da che parte arriveranno e come andranno a finire, portandosi dietro personaggi importanti e centellinando la speranza del lettore fino all'ultimo capitolo (che, però, qui non è mai ultimo, essendo in programma la pubblicazione del volume conclusivo della trilogia).
Quello che posso dire per "variare" la discussione è che questo secondo libro, forse perchè ormai sappiamo che tipo di lettura si affronta e qual è lo stile, si legge più facilmente, ed il voto di piacevolezza è stato penalizzato dai lunghi tempi d'attesa fra un volume e l'altro che vanno a minare la memoria di un piccolo esercito di persona e relazioni createsi nel primo volume. Questo, però, è da "imputare" al destino fatuo che ha portato via un buon autore nel fiore dell'età.
A tal proposito, poiché a me stesso a volte è capitato di disprezzare così tanto una saga da fermarmi al primo volume, posso dare un prezioso suggerimento: se di "epidemia zombie" vi ricordate almeno il profilo generico dei gruppi di superstiti, qualche nome e qualche obiettivo militare lasciato in sospeso, date al secondo volume un'ottima chance.
Viceversa non è detto che abbiate scarsa memoria: come ho specificato nella recensione del volume precedente, potrebbero non piacervi abbastanza gli zombie col cervello marcio.