Dettagli Recensione
Branca-branca-branca… Leon-leon-leon!
Il sequel di Shining ha stimolato in me una pluralità di idee e di reazioni.
Così ho suddiviso i miei commenti per tematiche: (molti) vizi e (poche) virtù dei sequel, il fascino indiscreto del “paranormal horror” imputabile alla luccicanza, l’interpretazione che il Doctor Sleep fornice all’eutanasia…
In questo commento mi soffermerò sulla gang dei nemici che devono affrontare i luccicanti Dan-Doctor Sleep (sì, proprio lui: il bimbo in triciclo, ormai cresciuto, ma sempre figlio del fulminato Jack Torrance-Nicholson) e Abra, la bambina prodigio che ha i medesimi, spettacolari poteri telepatici di Dan.
Una regola essenziale del romanzo d’azione è la seguente: quanto più il nemico è forte (intelligente, scaltro, potente…), tanto più risalterà la figura del protagonista eroe. Stephen King trasgredisce questa regola (ovvio, a lui tutto è consentito) e imposta il remake di Shining ingaggiando il conflitto tra eroi luccicanti e… un’armata Brancaleone!
Il “Vero Nodo” (così si chiama il gruppo di mostri) ha infatti caratteristiche al limite del grottesco: in tutto il romanzo si respira la miscredenza di King, quasi egli fosse il primo a non credere alle fandonie che va raccontando.
Il gruppo del vero Nodo è capitanato da Rose, la donna con il cilindro (“il cappello sulle ventitré”), e opera per mano di Papà Corvo e Andi Serpente.
Le creature degenerate si celano sotto mentite spoglie (“L’America è un organismo vivente, le statali e le autostrade sono le sue arterie, e quelli del Vero Nodo le percorrono come un virus silenzioso”) e sono inquiete per via del nutrimento di cui necessitano (“Dovevano trovare un bel po’ di vapore e riempire almeno qualcuno dei vuoti”). Naturalmente sono cannibali proprio come la strega di Hansel e Gretel (“Come migliaia di altri ragazzini sfortunati, era stato inghiottito in un solo boccone”), hanno una strategia di razionamento del cibo (“Noi li ammazziamo quando le bombole scarseggiano o li sottoponiamo al cambiamento se possiedono qualche dote che può tornarci utile…”) e orientano le loro aggressioni su una fascia privilegiata della popolazione americana (“I ragazzini con la luccicanza sono le loro prede… I diavoli vuoti infestano il mondo peggio di un cancro”).
In pratica assomigliano ai più celebri vampiri (“Loro si fanno chiamare il vero Nodo. Per la maggior parte sono vecchi e si comportano tipo vampiri”), ma da questi si differenziano in modo netto (“Di giorno non dormono dentro le bare, di notte non si trasformano in pipistrelli… ma sono dei parassiti e di certo non sono umani”).
La loro crudeltà (“Prima di ucciderli, li torturano. Per purificare il loro vapore…”) viene castigata da un banale incidente di percorso (“Sono malati… hanno il morbillo”), che credono di risolvere con il più efficace degli antidoti (“Sono convinti che il supervapore di Abby sia in grado di curarli”).
Orrore degli orrori: il loro quartier generale è il luogo ove un tempo sorgeva l’Overlook, lo spettrale albergo che fu teatro della follia di Jack Torrance- Nicholson, (“E dove sarebbe questo Vero Nodo?... In Colorado… a Sidewinder, nel campeggio Bluebell”).
La pantomima è esaltata dai nomi ridicoli dei componenti il branco: i gemelli Piso e Pisello, Terri Acciuga, Leccapiedi, Jimmy Pitagora, Phil Sozzone, Annie Grembiule e Doug Gasolio…
Non bastassero i nomi, questi Twilight di serie B sono indisciplinati e riottosi: “Gas li aveva convinti che non ci si poteva più fidare di Rose…”
Il romanzo, beninteso, è divertente e non deluderà i fan del Re.
Io rimpiango la malinconica inclinazione che King sembrava aver imboccato con Joyland…
Bruno Elpis
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Commenti
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E' tipico di King certe volte ridicolizzare certi personaggi,ma qui mi sono parsi un po' troppo forzati.
Come te mi piaceva molto la strada che pareva aver imboccato sia con Joyland che con 22/11 1963
Bella recensione ,complimenti!
liù
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Ora, mi sembra giusto confessare che io non ho letto Shining, ma ho visto il film del geniale Kubrik con un Jack Nicholson spettacolare. Dunque conosco la storia del primo romanzo, anche se per via cinematografica (eppure mi pare di ricordare che King scrisse la storia proprio per farne un film, per caso mi confondo?). Leggendo la tua recensione Bruno, mi sembra di intuire chiaramente che questo sequel cambia radicalmente rispetto al primo libro... a tal punto che non mi pare neanche un sequel di Shining. Da questo mi chiedo, non so quanto sia valsa la pena per King riprendere un capolavoro e crearne un seguito, poiché il rischio di deludere era alto, quindi sicuramente il coraggio del Re non e stato da poco. Sicuramente uno dei pregi e la volontà di aver voluto cambiare un po le carte in tavola, pero lo spirito del primo libro sembra essersi trasferito altrove XD Dovrei leggerlo, ma non so... sono dubbioso...
Comunque ancora, complimenti!