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Misterioso omicidio a Barcellona
Nella Barcellona nottambula popolata di varia umanità, si incrocia il destino di tre persone legate alla scrittura: due sono romanzieri, il terzo è un traduttore di libri.
Marina Dolç è l'autrice di romanzi smaccatamente commerciali e al limite della pornografia, che quella sera ha appena vinto il prestigioso premio “Mela d'oro”.
Amadeu Ribot è lo scrittore impegnato che ha appena perso lo stesso premio, sebbene qualcuno lo avesse convinto di avere, questa volta, buone speranze di veder riconosciuto il proprio talento. E' per questo che decide di affogare la propria frustrazione nel whisky servito al banco di una discoteca cittadina alla moda.
Ernest Fabià è il traduttore in piena crisi economica (a causa di un fortuito incidente che gli ha impedito di lavorare per mesi): le banche, come avvoltoi, stanno precipitandosi a prendergli la casa e metterla all'asta. E' per procurarsi subito 2000 euro che Ernest, nascondendo sotto il giubbotto una pistola giocattolo, si trova fuori alla discoteca dalla quale sta per uscire Amadeu.
Quello che quest'ultimo non sa è che la sua notte non terminerà come vittima di una rapina, ma, rientrato in albergo con le tasche vuote, come sospettato numero uno di un delitto: Marina Dolç è stata ritrovata con il cranio fracassato dallo stesso premio (una curiosa statuina) che la scrittrice aveva ritirato poche ore prima.
Tocca all'agente editoriale di Amadeu Ribot reclutare due improvvisati investigatori, gemelli diversissimi, cui dà incarico di fornire una spiegazione alternativa a quella che vede l'assassino già assicurato alla giustizia, con tanto di inappuntabile movente.
Da uno spunto indubbiamente originale, l'iberica Teresa Solana trae un romanzo che presenta un rilevante problema dopo 100 pagine: avendo fatto sbattere il malcapitato Amadeu in galera, la scrittrice sembra non sapere più che dire. Tocca allora sorbirsi, a contorno dei tre o quattro capitoli che da quel punto in avanti sono realmente funzionali alla storia, un bel po' di episodi a se stanti – come quello costruito sulla diceria che Amadeu Ribot sia un cannibale stile Hannibal Lecter –, che non hanno un reale legame con la trama.
Già... perché nelle intenzioni “Scorciatoia per il paradiso” non è un noir, ma un libro umoristico in cui si va a caccia dell'identità di un assassino. Brillante, in partenza... poi, come detto, si sgonfia, palesando in pieno quanto sia oggi difficile fare della buona letteratura umoristica.
Pur essendo costellato di personaggi strambi che si insinuano via via nella vicenda – in questo, proprio alla maniera iberica (in letteratura ma anche nella cinematografia: si pensi, con le dovute proporzioni, a Pedro Almodovar) – questo libro, non del tutto all'altezza del catalogo Sellerio, può essere consigliabile solo a chi intenda passare un po' di tempo in pieno relax, senza pretendere altro.
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Commenti
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in effetti mi è parso che l'autrice abbia voluto scrivere di un mondo che conosce bene (in quanto scrittrice e se ben ricordo, direttrice di una casa di traduzioni), ma il risultato, secondo me, non è all'altezza. Peccato solo per la "nostra" Sellerio: ha ben altri titoli da sfoggiare...
Per Cristina:
sicura (su Almodovar) che "visto uno visti tutti"? Magari è proprio perché ha uno stile tutto suo, inimitabile dagli altri, che può fare questo effetto. Non è il mio regista preferito, ma credo che "Parla con lei" sia uno dei più bei film degli ultimi vent'anni. Altro bel film, molto più scabroso è "La mala educacion"... e ti assicuro che i due film sono profondamente diversi.
Va bé, allora ti capisco: una full-immersion di Almodovar è una cattiveria che qualcuno ti ha fatto (o ti sei inflitta da sola)... Sono film talmente "acrobatici", i suoi, che uno per sera va più che bene... (se poi ci mettiamo anche il sottotitolo...) :(
Per Gracy:
No, non mi dire così!... A me sono state davvero poche le "cattive sorprese" di questa casa editrice... e devo anche dirti che Camilleri, per quel poco che ho letto, non mi è mai dispiaciuto: non a caso, i film di Sironi della serie del famoso commissario, tratti dai suoi libri, sono quasi delle "fotocopie" di questi ultimi. Un motivo ci sarà.
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