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Il fascino del male...
Arnie Cunningham è un perdente, un escluso. Un liceale della piccola cittadina di Libertyville che non ha successo con le ragazze, non è palestrato e tantomeno bello. Non possiede alcuna qualità se non un talento innato per i motori e le automobili. Il narratore è l’unico amico che ha. Un amico che ci racconta la storia di un triangolo d’amore. Quello tra Arnie, una ragazza in carne e ossa chiamata Leigh e l’altra “protagonista femminile”. Christine. La Plymouth dei sogni che si trasforma nella Plymouth degli incubi. Una carretta scolorita degli anni ’50, di proprietà dell’inquietante LeBay, un vecchio militare in pensione che solo a vederlo farebbe rabbrividire anche il diavolo. Ma per Arnie non conta più nulla.
Il suo è un amore a prima vista. Una passione che esplode senza una ragione precisa, che lo porta quasi all’isolamento, allontanandolo da tutto e da tutti. Quell’insana follia che potrebbe cogliere ognuno di noi davanti all’oggetto dei nostri desideri. Forse, il fascino magnetico del male. Un male che Christine porta impresso su ogni centimetro della sua carrozzeria. Un male che si sprigiona dalla luce accecante dei suoi fari. Due occhi sgranati nel buio alla ricerca della prossima vittima. E quando la morte si aggirerà con furia indomabile nella piccola comunità di provincia e strani incidenti cominceranno a coinvolgere anche le persone più vicine ad Arnie, sarà inevitabile per il suo amico pensare ad un’oscura e terribile vendetta di quella fedele automobile, che nasconde in sé il segreto di un antica vicenda. Una storia che affonda le sue radici nel passato del vecchio LeBay e che darà vita ad una scia inarrestabile di sangue.
Ho letto questo libro tanti anni fa, quando avevo solo quattordici anni, ma ho deciso di riprenderlo in mano qualche mese fa. In fondo, è una storia di adolescenti, le sensazioni della lettura sono cambiate, ma è stato ugualmente piacevole.
Perché i libri di King vanno al di là della pura definizione di horror. Sono un inno ai sentimenti che si agitano nell’animo umano, nel bene e nel male. Questo romanzo parla di amicizia, solitudine, sogni infranti, emarginazione e persino amore. L’amore reale e quello irrazionale, l’amore per una giovane ragazza da cui potrebbe nascere la felicità e l’amore insano verso Christine. Un amore che, come spiega il vecchio Lebay al narratore della storia, è il più antico degli assassini.
Così, posso dire che la sensazione d’ansia e leggera adrenalina sono tornate ad impossessarsi di me, spingendomi ad non interrompere la lettura. Come ogni altro libro di King, non ci si annoia mai. In tutte le 600 pagine e più, la tensione continua ad accelerare.
Il maestro accende il motore della sua narrazione e non si ferma fino all’imprevedibile finale.
I suoi romanzi sono indimenticabili. Del resto, se io stessa l’ho custodito nella memoria per ben quindici anni, ci sarà un motivo, no?