Dettagli Recensione
un libro che mi è piaciuto
L'ho appena finito e mi è piaciuto parecchio: opera prima di Wiley cash, il libro ha vinto numerosi premi e devo dire che li trovo meritati.
La prima a colpirmi è stata la copertina che mi ha fatto tornare in mente "Io non ho paura" di Ammaniti, che mi era piaciuto moltissimo. Anche in quel libro si parlava di bambini che vengono a contatto con il male, anche quello si svolgeva in luoghi solitari e caldi. E tutti e due i libri lasciano alla fine uno spiraglio alla speranza che la vita e le persone possano essere migliori.
Il libro, pur non essendo un thriller, è molto coinvolgente; tiene col fiato sospeso e con la voglia di non fare altro che continuare la lettura fino alla fine.
Quello che più mi ha colpito in questa storia, è l'epoca in cui si svolgono i fatti. L'affresco di quel mondo contadino, dove la maggior parte delle persone è bigotta nella peggiore delle maniere, dove la superstizione e la chiusura mentale permettono ad un delinquente di manipolare i "fedeli" fino a far loro subire violenze inaccettabili e costringerli ad un'omertà incredibile e colpevole, mi facevano pensare ai primi anni del secolo scorso. Trattandosi del profondo sud americano, immaginavo gli anni della grande depressione o, al più tardi, gli anni cinquanta. Invece il tutto si svolge negli anni ottanta. E credo che lo scrittore sapesse bene di che cosa parlava, vivendo proprio in quel contesto. E' scioccante pensare che in America, paese all'avanguardia nella modernità e nel progresso, siano possibili queste cose. Si tratta di invenzione letteraria, è vero, ma creata su di una base reale.
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