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L'infermiera psicopatica spaventerebbe chiunque...
Immortale romanzo del Re dell'horror, Misery è il libro che preferisco di King, probabilmente perché mantiene la carica emotiva fortissima dei suoi maggiori lavori senza raggiungerne il numero di pagine esagerato (è il mio modesto parere ma per esempio da "It" qualche cinquantina di pagine si poteva rosicchiare senza danni...).
La storia è quella di uno scrittore, Paul Sheldon, che intende farla finita con la sua serie di romanzi aventi come protagonista Misery Chastain, narrando in un ultimo capitolo la morte dell'eroina.
La sfortuna di Paul è che a salvarlo da un incidente d'auto sarà una sua grande ammiratrice, Annie, che di certo non potrà prendere bene la drammatica fine del suo personaggio preferito.
Da qui trae inizio il romanzo: il povero scrittore è prigioniero della psicopatica Annie, dal passato oscuro e dai modi drastici, che lo obbligherà a scrivere per lei un nuovo capitolo delle avventure di Misery, questa volta veramente l'ultimo; Paul sa infatti che Annie non lo lascerà uscire vivo da quella casa.
L'elemento horror è legato alla più completa e (direi) gratuita crudeltà di Annie, mascherata da un'apparente dolcezza e premura verso lo scrittore infortunato. La camera che lo ospita diventa una gabbia, ogni visita di Annie una lotta per guadagnare tempo e più semplicemente per sopravvivere; il terrore è semplicemente inevitabile davanti alla dettagliata figura della disturbata ammiratrice numero uno.
Lo stile è quello classico di Stephen King, periodi semplici, sperimentalismo linguistico, tensione in costante crescendo fino all'esplosione finale, che rende del tutto impossibile staccarsi dal romanzo nelle ultime pagine. Ne risulta una lettura più che piacevole, un'esperienza che non scorderò mai.
Il richiamo è senza ombra di dubbio a sir Arthur Conan Doyle, anch'egli debitore del suo successo ad uno dei suoi personaggi, Sherlock Holmes, ed anch'egli stanco a tal punto di tale figura da cercare di eliminarlo ma costretto dalle proteste dei lettori a fare marcia indietro,
Chiudo ricordando che esiste una trasposizione cinematografica di questo libro fatta veramente bene, se non intendete investire tempo nella lettura del romanzo (che merita, fatevelo dire) fate almeno un pensiero al film!