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Il codice Da Vinci
 
Il codice Da Vinci 2014-03-05 14:58:16 Donatello92
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Donatello92 Opinione inserita da Donatello92    05 Marzo, 2014
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Uno scherzo geniale

Si, spero che mezzo mondo stia scherzando: si può veramente giudicare un romanzo del genere dalla pseudo-veridicità contenuta nel messaggio di una trama apocalittica che si innesca in un circondario da thriller palesemente provocatorio?
Per farla breve: è possibile mai che un libro così ben scritto debba tutto il suo successo ad una serie di allocchi internazionali che l'hanno voluto far passare come rivelatorio e misterioso? E, tral'altro, se avesse realmente rivelato la più grande verità del mistero della fede, esiste ancora qualcuno disposto a credere che avrebbero consentito una così facile circolazione dello scoop?
Rimango allibbito dinnanzi a cotanta semplicità intellettuale e ritengo che lo scalpore del Codice da Vinci abbia fatto tanto bene al suo successo, quanto male alla sua vena artistica. E', infatti, un romanzo scritto bene e che sa il fatto suo al di là della Gioconda.
Voglio esprimere il mio parere dal punto di vista di un ateo che non se ne importa nulla di Maria Maddalena e delle sue relazioni intime: è un libro godibile. La trama è contorta ma non lascia nulla al caso ed i colpi di scena rendono appetibile un'opera voluminosa (in tutti i sensi) che si distacca parecchio dalla pesantezza di altri thriller "storici" e "artistici" che, purtroppo, non riescono ad ereditarne la genialità.
I personaggi sono ben caratterizzati ed equilibrati in un insieme di forze del bene e del male che sfuggono al raziocinio del lettore, mescolandosi in un calderone di mitologia e religione dove il fine ultimo è lo scioglimento di un nodo soffocante, imperioso, necessario. Chi sarà a farlo, poi, non è affare nostro.
Il romanzo è così ben congegnato che potrebbero morire uno ad uno tutti i protagonisti spingendoci ancora a leggerlo, privi di odio e mossi da una cuorisità quasi ancestrale. E, seppur palesemente illusorio, l'enigma di fondo spinge a riflessioni abbasanza profonde o, quantomeno, a tenere il naso dritto dinnanzi alla maestria di un Dan Brown quasi regista.
Ci sarebbe molto da dire su un libro che, però, si rivela estremamente soggettivo: può far letteralmente annoiare taluni, letteralmente impazzire altri. Perciò, dal mio punto di vista, consiglio di leggerlo quantomeno per cultura umanitaria, ma avviso tutti che potrebbe rivelarsi una grande delusione.
A me non è dispiaciuto. Le scene d'azione son ben articolate ed i dialoghi sono mossi da fili molto saldi. Non lo rileggerei alla luce della maturità acquistata col tempo, e questo è secondo me uno dei punti negativi più scuri del romanzo: è così palesemente ironico da poter sembrare un romanzo per adolescenti.
Silas e pochi altri momenti di sangue sviano questo pensiero, ma avvicinano sempre di più l'inquietante ombra del pensiero che adulti e letterati di tutti rispetto (teologi, perfino!!!) abbiano studiato l'opera cadendo completamente nella sua trappola.
Che sia stata o meno pura propaganda, date una chance all'opera.
Il finale, poi, è una piacevole sorpresa. Dan Brown si è addormentato sul computer e, dopo un turbine di colpi di genio, ha deciso di andarsi a prepare il caffé e di scadere in uno dei classici cliché d'epilogo "vedo-non vedo", dove la fantasia muore all'istante.
Approved...o forse no! Sta a voi decidere. A me non è dispiaciuto.

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Commenti

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Scrivere una recensione mettendosi il più possibile dalla parte di chi dovrebbe leggere, e non dalla parte di chi l'ha appena letto (cioè la parte propria), è operazione meritoria. Tu l'hai fatto (e, a mio parere, l'hai saputo fare): bravo!
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
06 Marzo, 2014
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Guarda io l' ho letto tre volte questo libro, detto questo detto tutto.
Convengo con la tua analisi, non e' un saggio storico, e' un thriller quindi non vedo perche' tante critiche.
Ciao!
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