Dettagli Recensione
Caro Hole, i fatti stanno così
Sono stato indeciso se parlare dell'Uomo di Neve, libro consigliatissimo, esaltato dalla critica e da (alcuni) lettori di thriller del sito o esterni. Alla fine ho deciso di farlo, di scrivere le mie impressioni su un libro che a mio avviso sta perfettamente in piedi da solo, ma che avrebbe bisogno di qualche sistemata nella trama. Partiamo con qualche premessa:
Io amo scrivere e lo faccio a livelli personali, quindi ho comprato Nesbo perchè ero sicuro di trovare in lui un ottimo livello qualitativo e questa mia attesa è stata sicuramente rispettata. Non avevo mai letto il norvegese, quindi nessuna avventura del commissario Harry Hole, quindi ho deciso di iniziare con quello che, ad avviso della maggior parte dei Nesbo addicted, è il capolavoro dell'autore nordico: L'Uomo di Neve.
Tra impegni vari l'ho terminato in due mesi, proprio poche ore fa: la verità è che l'ho apprezzato molto, ma sono convinto che almeno personalmente non abbia scaturito in me la voglia di rileggerlo. L'Uomo di Neve è un libro intenso, pragmatico, molto duro, oserei dire quasi all'antica, che però risorge improvvisamente dal cumulo di neve che costituisce l'ambientazione e dà scampo al lettore con ottimi dialoghi, elucubrazioni mentali più o meno azzeccate e cose di questo genere.
Partiamo col dire che, per quanto riguarda questo libro, ci sono state cose che mi sono piaciute ed altre cose che invece mi hanno fatto penare. Facciamo un'americanata, Hole.
What' was TOP:
-Il protagonista: pur non essendo una vera originalità del settore(di investigatori dannati ne abbiamo pure troppi), il nostro commissario è un tipo tutto d'un pezzo e ciò che colpisce è il suo modo dolce di relazionarsi con le donne, in netta contrapposizione con la personalità usata invece nel mondo del lavoro.
-Katrine Bratt: una manna dal cielo, per quanto mi riguarda. Ce ne vorrebbero di più, di donne così(ovviamente sto togliendo la parte finale, per quella non mi pronuncio). In tutte le scene in cui è presente, però, la Bratt toglie la scena a tutti con la sua spavalderia, la sua apparente forza che però è in realtà uno specchio della sua stessa fragilità.
-Il ritmo delle ultime 300 pagine: in netta risalita rispetto alle prime duecento: lo stile diventa veloce, scorrevole,più piacevole. Se tutto il libro fosse stato scritto così, facendo a meno di vanesie descrizioni sul panorama nordico(peraltro un pochino ripetitive) ci troveremmo di fronte ad un capolavoro assoluto.
-Il movente dell'omicida: ottimo, anzi, straordinario. Davvero fantastico riuscire in questo intento. Nesbo, qui, lo ammetto, ha posto tutto il suo indubbio talento. Originale a dir poco.
-Le scene ... calde: Descritte molto realisticamente, ma mai volgari. Un plauso speciale.
What was FLOP
-Il troppo lieve tratteggio dei personaggi principali(Rakel, Oleg, Bratt, Mathias): sarà perchè è già il sesto libro della saga, ma avrei voluto che Nesbo riservasse qualche piccola riga in più per la personalità dei personaggi sovracitati. Un cantante senza coro diventa, alla lunga, inefficace.
-Le descrizioni dell'ambiente: Scritte bene, ma non da un punto di vista narrativo, almeno sempre a mio modesto arrivo. Va bene dire che la neve era spessa, ma ripeterlo cinquanta volte in centinaia di pagine è un pochino ripetitivo.
-La conclusione data al personaggio di Katrine Bratt: Ma Nesbo, che mi combini? Ottima caratterizzazione del personaggio, buona personalità seppur solo accennata, relazione perfetta di ambiguità con Hole ... e poi? Risolvi tutto in poche pagine con impulsività? Sembra che la fine di Bratt sia stata decisa su due piedi, senza un minimo di programmazione. No, non mi è piaciuto. Bratt meritava le ultime pagine del libro insieme all'altra persona che non nomino per evitare di fare spoiler.
-La ripetitività in alcuni punti del libro, che indirettamente accresce la sua lunghezza: Quante riunioni, quante dialoghi tutti uguali con Rakel? Quanti sopralluoghi poi sfociati nel nulla? Diciamo che Nesbo l'ha tirata per le lunghe. A mio avviso l'Uomo di Neve era un thriller che poteva risolversi in 300-320 pagine.
-L'Uomo di Neve: Senza fare spoiler; ho apprezzato il movente ben costruito, ma davvero qualcuno non ha indovinato chi era? Insomma, intorno ad Harry Hole gravitano 2-3 personaggi, non di più, ed uno di loro è palesemente interessato ad Harry come persona e lo si nota dall'atteggiamento, di certo non normale dato il passato di Hole in quella determinata circostanza.
Insomma, non voglio attaccare Nesbo dicendo che L'Uomo di Neve è un brutto libro e credo che anche che tra i giallisti nordici il norvegese sia attualmente il migliore ... ma il libro in questione è a mio avviso leggermente sottovalutato. Sarà che io avevo un'altra dimensione del thriller(cresciuto con quelli morali e violenti di Lehane e con personaggi totalmente differenti), sarà perchè forse è la trama che non ha incontrato tutti i miei favori, sarò forse io(perchè no?) che mi aspettavo decisamente di più, ma L'Uomo di Neve per me è un bel libro, ma assolutamente non un capolavoro e non all'altezza dei giudizi di alcune persone che me ne hanno parlato in maniera entusiastica.
Le grandi domande:
Rileggerai Nesbo? Assolutamente sì, è un autore che spero di rileggere presto, magari con altre avventure.
Il protagonista ti è piaciuto? Ancora sì, Hole riesce a rendersi simpatico e amabile.
Il libro è scritto bene? Certo, altrimenti avrei chiuso dopo il primo capitolo
La trama è imprevedibile? A mio avviso no, anzi ...
Il libro è da considerarsi un capolavoro? No, decisamente.
Ma, ehi, è solo un mio parere personale che si può condividere o meno, quindi chiedo scusa in anticipo se qualche fan di Hole dovesse prendersela e ripeto: mi è piaciuto Harry, di meno il libro nel complessivo, a mio avviso troppo prolisso nel narrare alcune cose. E, personalmente, per quanto abbia criticato questo libro, mi è piaciuto almeno per il 70-75%. Un bicchierino, Harry? No, non mi guardare male. Ci rivediamo nella prossima avventura.