Dettagli Recensione
Una poetica dell'assassinio realizzata con partico
Una strada fatta di sangue che porta a un futuro ricco di nuove opportunità per due informatici disoccupati. Un serial killer che uccide bambine e le trasforma in bambole, riflesso di un passato tinto di morte e rimpianti. Una poliziotta ossessionata dalle menti criminali al punto di sentirsene affine. Quattro vite che si intrecciano e si scontrano per rivelare un segreto agghiacciante: tutti siamo portatori di una patologia mentale, di una debolezza di spirito che ci può condurre alla rovina. La nostra caduta dipende solo dalla situazione e dalla nostra forza di resistervi. La parte più segreta della nostra mente: una stanza abitata da incubi, speranze e morti.
Franck Thilliez, ingegnere e scrittore francese, dipinge con abilità una storia cupa e adrenalitica, svelando un talento non da poco. Una scrittura, la sua, fatta di metafore e sensazioni che tracciano un quadro realistico che travolge il lettore, sebbene spinte all'eccesso possano confonderlo un poco. Una lode ulteriore va senz'altro attribuita agli studi che precedono la realizzazione del libro sulla tassidermia e la chirurgia, arricchendo un'opera già macabra e inquietante, senza appesantirla. Un romanzo ben costruito che aggiunge un pizzico di originalità e buona costruzione narrativa a un argomento, quello delle menti psicopatiche, fin troppo sfruttato dopo “Il silenzio degli innocenti”. Una lettura senz'altro piacevole per gli appassionati del genere thriller e non adatta ai più sensibili.
Una pecca: per un romanzo così promettente, il finale è deludente, affrettato e posticcio.
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