Dettagli Recensione
Storia di una donna, storia di una assassina
Girando in libreria mi sono casualmente imbattuto in questo romanzo storico che già dalla copertina sembra ammiccare al lettore.
Spesso l'estetica dell'edizione si rivela uno specchietto per le allodole, un buon involucro che poi nasconde un romanzo mediocre.
Non è questo il caso, per fortuna.
Siamo nell'Ungheria del XVII secolo, secolo colmo d'arte e di sangue, dove, tra le pieghe della Storia più burrascosa, ha giocato un ruolo una donna che le cronache dell'epoca hanno bollato come la Contessa Dracula : Erzsèbet Bàthory.
Qual è la vera storia di Erzsèbet, nota per aver ucciso centinaia di servi e ragazze? E' davvero meritata la qualifica di "la più spietata serial killer donna della storia d'Europa" ?
Sono queste le domande a cui il romanzo mira a rispondere, fornendo un accurato racconto della vita della Contessa, dall'infanzia e la gioventù, spese nei lussi della mitteleuropa, fino alla prigionia estrema, murata viva in una stanza del castello di Csejthe.
L'autrice passa in rassegna le vicende personali della Bàthory con estrema accuratezza. Le violenze subite, gli amori vissuti e il contesto storico burrascoso e senza pietà con cui Erzsebèt si trova a dover convivere sono confezionati in modo molto coinvolgente. L'assassinio diviene un'arma per difendersi, diviene indispensabile, diviene quasi un piacere.
Servi, amanti e familiari cadono sotto la scure della Contessa, per poi cadere, lei stessa, sotto la mannaia della Giustizia che la marchierà con i titoli infamanti con cui oggi è ricordata.
Forse è vero che il male subito porta a provocare altro male. Forse questa non è una giustificazione valida per il sangue di cui ci si macchia le mani.
Non sono uno storico e tantomeno sono esperto della storia ungherese ed austriaca. Non posso sapere con certezza se il tratto sicuro e spedito con cui la John tratteggia la figura altera della Contessa Bàthory sia troppo indulgente e superficiale.
Il romanzo sembra tentare quasi di trovare un'attenuante ai delitti commessi dalla donna, descrivendo le vicende che l'hanno coinvolta in una chiave più umana, comprensibile, priva delle leggende e del folklore che una figura così discussa si è inevitabilmente attirata.
Se ciò corrisponda a realtà o meno non spetta a me dirlo, probabilmente qualche ricostruzione psicologica è un po' scricchiolante ma alla fine non importa.
Ne risulta una lettura piacevole, avvincente e mai banale. " La contessa nera" fa riflettere, intrattiene e incuriosisce.
Non è forse questa la missione di un libro?
Affascinante.
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Commenti
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Bravissimo!Pia
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