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Doctor Sleep: il ritorno di Dan
Ci siamo.
L’attesa è stata finalmente premiata.
Dopo 36 anni dall’uscita di Shining, il più grande autore di horror degli ultimi anni, Stephen King, regala ai suoi milioni di fan sparsi in tutto il mondo il seguito più atteso ed acclamato, Doctor Sleep (Sperling & Kupfer, 2014) che in America, subito dopo la sua uscita, si è immediatamente piazzato al primo posto in classifica.
Il cuore comincia a battere forte aprendo le prime pagine, ricordando scene mai dimenticate, ritornando con la mente e con l’anima di nuovo in quel corridoio, dietro quel piccolo e indifeso bambino di nome Dan Torrence che adesso è diventato un uomo, un alcolista, un disadattato perché il suo dono, la luccicanza, è diventato la sua più grande malattia. Ma noi ci siamo, siamo di nuovo qui, esattamente dove King ci ha lasciato: fuori dall’Overlook Hotel, mentre osserviamo, impauriti e nello stesso tempo sollevati, l’allontanamento di Dan e di Wendy, dopo che sono riusciti a scampare alla follia omicida del malefico Jack.
Mentre l’Hotel brucia tra le fiamme, ci resta negli occhi e nella mente lo sguardo di colui che in quello stesso hotel è impazzito, rapito dai suoi stessi fantasmi, colto dalla disperazione e della solitudine, facile preda dei demoni e delle paure più recondite. L’immagine di Jack Nicholson diretto magistralmente da Kubrick nell’adattamento cinematografico di Shining si confonde con le righe scritte da King in un miscuglio di paura e terrore, di consapevolezza e brivido, perché niente di quel libro come del film può essere dimenticato.
Ed eccoci allora di nuovo faccia a faccia con Dan, alle prese con la sua vita fatta di disperazione e tentativi di sopravvivenza. Dopo la morte del padre e della madre per un cancro, Dan cade nell’alcolismo esattamente come Jack e butta in questo stato pietoso gran parte della sua vita, minacciato continuamente dai fantasmi dell’Overlook Hotel che non lo abbandonano mai, neanche quando fugge lontano, ritirandosi in una piccola cittadina del New England.
Sarà proprio lì che con l’aiuto degli Alcolisti Anonimi e dopo un lungo processo di cura che guarirà dall’alcolismo ma non dalla luccicanza.
Non può guarire da quello che tutti considerano un dono, non può scrollarselo di dosso soprattutto perché attraverso di esso riesce a trovare uno scopo, un motivo per la sua fino ad allora inutile esistenza. Trova lavoro come inserviente in una clinica per malati terminali e sarà proprio in quel contesto che metterà a frutto il proprio dono: verrà chiamato Doctor Sleep, Dottor Sonno, perché aiuterà i pazienti al termine dello loro vita ad affrontare con serenità e pace l’ultimo passo verso l’abisso della morte.
Il suo dono, che è fatto di premonizioni, telecinesi e comunicazione a distanza, lo aiuterà a dare sollievo a queste persone donando prima di tutto a se stesso una parvenza di umanità. Dan ha dei poteri straordinari, li ha sempre avuti. Lo abbiamo conosciuto mentre da piccolo tentava invano di scrollarsi di dosso le visioni di quelle bambine morte che non smettevano mai di chiamarlo. La chiamata della morte, con i corridoi dell’hotel più famoso di tutti i tempi, mentre si riempivano di sangue, è fissa nella sua testa e batte, continua a battere come il suono insistente di un martello che lavora senza mai smettere. Dan non può superare quello che era, non può perché se lo porta dentro e il suo dono è anche la sua più grande dannazione. L’unica persona che può salvarlo da una fine dolorosa è Abra, una bambina di dodici anni che già appena nata si era messa in contatto con lui attraverso la telecinesi perché dotata del suo stesso dono.
Dan sarà chiamato a salvarla da un gruppo di uomini e donne apparentemente innocui, appartenenti al gruppo dei The True Knot, che vagano all’interno di un camper, di città in città, per cercare tutti i bambini con la luccicanza. Il loro scopo è quello di rapirli e poi torturarli perché soltanto attraverso la tortura i loro corpi producono una speciale sostanza che è linfa vitale per quella strana forma di vampiri.
Se Shining è stato un libro nel quale Stephen King ha raccolto horror, mistero, risvolti soprannaturali ma soprattutto riflessione su temi importanti come la paternità e la solitudine, Doctor Sleep non è da meno. Gli ingredienti sono gli stessi e c’è anche di più. E’ sbagliato fare un paragone tra i due testi, converrebbe leggerli senza aspettarsi qualcosa l’uno dall’altro perché entrambi hanno fatto la storia della letteratura. Insomma quello che oggi viene considerato come il seguito di Shining non ha deluso, anzi ha meravigliosamente sorpreso. Forse c’è meno sangue e terrore del primo, ma a questo cambiamento di stile, l’autore ci aveva già abituato negli ultimi romanzi.
Doctor Sleep affonda le mani nella testa di Dan, afferra tutti i suoi demoni, tutti i suoi fantasmi e li trascina fuori alla tiepida luce del sole. L’inevitabile lotta tra Bene e Male la fa da padrone perché è questa la storia. E’ questo quello di cui King vuole parlarci: la luccicanza come dono per guarire dalla solitudine. Dan si ritroverà padre psicologico di Abra recuperando la perdita terribile del suo stesso padre, la cui visione morente e folle non lo ha mai abbandonato. Come Shining è un libro che parla di diversità, così anche questo affronta le stesse paure e le stesse difficoltà ma in modo più profondo, più maturo. Anche i cattivi di questo libro non appaiono così tremendi come ci si aspetterebbe, anzi in alcuni momenti, nonostante la loro forza ed immortalità, appaiono pietosi, perché perdono la loro carica di superiorità e potenza che li renderebbe troppo inverosimili. Su tutto sembra regnare l’umanità, la saggezza e la consapevolezza che si può guarire da tutto. Stephen King è guarito dall’alcolismo e dalla droga in cui era piombato proprio quando scriveva Shining. Lo hanno guarito gli alcolisti anonimi, l’amore della famiglia e soprattutto il suo dono: la scrittura. Ed è proprio quello che avviene a Dan.
Guarirà grazie alla luccicanza. Guarirà perchè se il primo libro finisce con l’oscurità che prende il sopravvento mentre la follia e la morte strappano a tutti, anche ai sopravvissuti Dan e Wendy, la consapevolezza di poter vivere felici, Doctor Sleep ci dona una speranza di riconciliazione con noi stessi e con tutto ciò che ci portiamo dentro.
Ancora una volta il Re non ci ha traditi. Avevamo atteso Dan per troppo tempo e adesso, con un brivido e con un leggero tremore delle mani, possiamo chiudere il libro e tirare un respiro di sollievo. Ora è davvero finita.