Dettagli Recensione
POTENZIALITA' LASCIATE ALLO STADIO EMBRIONALE
Finora ho letto diversi thriller travestiti da romanzo, questo pensavo non facesse eccezione… L’idea di partenza è molto buona,Jack Derber, titolato professore universitario, ama praticare come “hobby”, la tortura e le sevizie su giovani ragazze, tenendole imprigionate nel proprio scantinato, Derber è un’omicida, un sadico, un “uomo nero” nel vero senso del termine. Non ha una coscienza, non prova pietà, pena, solo un sottile pruriginoso piacere, studia le vittime come se fossero cavie da laboratorio, annotando tutte le reazioni, comportamenti, sofferenze risultanti dal proprio operare…
Ebbene, mi direte: Uao! Un thriller a tutti gli effetti… Ahimè non proprio. Ritengo che sia corretto classificarlo come romanzo, tutta la vicenda è edulcorata, a tratti abbozzata, Derber non lo si conosce, se non attraverso il racconto di Sarah, una delle vittime riuscita a sfuggirgli, con il merito di aver ottenuto anche la liberazione di Tracy e Christine, le sue due compagne di prigionia, purtroppo la sua migliore amica Jennifer non ce l’ha fatta.
Sono passati dieci anni dalla liberazione, le donne non si frequentano e non sanno quasi nulla l’una dell’altra, Derber è in prigione, con la non remota possibilità di poter uscire in pochi mesi. Sarah non è ancora riuscita a rifarsi una vita (ammesso che ciò possa essere possibile..). Abita da sola a New York, città scelta perché garantisce l’anonimato e l’indifferenza per come si conduce la propria vita, oltre che essere una città sempre affollata, e , quindi offrire più possibilità di ottenere aiuto in caso di emergenza.Sarah lavora da casa, non frequenta nessuno, si fa recapitare la spesa, e, grazie alla disponibilità del portiere, filtra tutta una serie di altre incombenze che la possono costringere ad uscire dal palazzo.
E’ in analisi con la dottoressa Simmons da quando è stata liberata, soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, agorafobia (paura degli spazi aperti, affollati, di viaggiare…),di afefobia (repulsione per il contatto fisico), oltre che di un disturbo post- traumatico da stress.
Insomma, mi dovete spiegare come sia possibile che nel giro di qualche ora, appena ventilata la possibilità che Derber possa uscire dal carcere, la donna si trasforma in “Wonder Woman”, sale e scende da aerei girando tutta l’America, cerca e parla con un numero imprecisato di persone, si mette in pericolo, gira di notte, ritrova le sue due compagne di sventura e, in pochi giorni, porta alla luce nuove piste di indagine mai battute dall’FBI……. Riesce persino a trovare materiale scottante nella villa del professore ( ma dai!!!!! Vuoi che possa proprio essere così facile?).
Insomma, forze dell’Ordine incompetenti, psicoterapisti altrettanto incompetenti. La vittima riesce dopo dieci anni a riportare ogni cosa al proprio posto, compreso il proprio insuperabile disagio….
Storia avvincente, per carità, la scrittura è fluida, si arriva al termine del libro senza particolari intoppi, se non con un’impressione di superficialità nel gestire una trama così accattivante, e, al posto dell’approfondimento di alcuni personaggi ed aspetti psicologici, l’inverosimiglianza vera e propria di certi passaggi….
Una storia con molte parti rimaste allo stato embrionale (peccato).Per non parlare della fine (che non svelo ovviamente..)…
Che dire, un libro che può leggere anche chi non ama i thriller puri, con tranquillità; sicuramente non vi farà passare notti insonni, e nemmeno rimarrà nella vostra biblioteca come lettura da custodire tra le migliori.
Senza infamia e senza lode…
Indicazioni utili
- sì
- no
Commenti
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |
Ordina
|
Ho letto un pò di recensioni di questo libro e molte sono negative....Grazie per la recensione!
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |
Brava chiara coincida e diretta