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BEH..DAN BROWN NON SI SMENTISCE MAI
Ad essere sincera ero rimasta un po' delusa dal Simbolo perduto, ma dopo aver letto Inferno direi che Dan Brown è tornato in tutto il suo splendore.
Assolutamente in disaccordo con chi ha trovato questo capolavoro troppo lungo o prolisso...niente affatto! Le 522 pagine sono necessarie per capire le infinite sfumature della vicenda che parte da Firenze, si sposta a Venezia per culminare poi ad Istanbul.
E' un intrico di informazioni, inganni ed equivoci, l'unica pecca è quella di non aver giocato molto con il famoso simbolismo che regna sovrano in altri suoi romanzi.
Attraverso versi ispirati a Dante e alla Divina Commedia, il professor Langdon dovrà scoprire il luogo esatto in cui un genio visionario ha nascosto il "mostro ctonio" che minaccia di stravolgere gli equlibri dell'umanità.
Oltre ad affiancare Langdon nella sua nuova ricerca, questo libro pone il lettore davanti a un dilemma imminente ed attualissimo..quello della sovrappopolazione mondiale e devo dire che per la prima volta mi sono davvero soffermata a pensare a questo problema. Quindi il merito di Dan Brown in questo romanzo, non è solo quello di catturare l'attenzione del lettore con le sue parole, ma anche quello di far riflettere su problemi reali.