Dettagli Recensione

 
American Psycho
 
American Psycho 2014-01-25 15:32:27 Maria Francesca
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Opinione inserita da Maria Francesca    25 Gennaio, 2014

American Style



Ho avuto in comune con Patrick Bateman un “Soprani” e qualche Armani. Se l’avessi letto ai “tempi” mi sarei guardata bene dal comprarli.
Mi chiedo se tutte le grandi firme, protagoniste assolute del libro, abbiano pagato B.E.E. ( bastano le iniziali come per lo G&B che scorre a fiumi) per le dotte e minuziose descrizioni delle loro haute couture, descrizioni che occupano i due terzi del tomo; il rimanente è equamente diviso tra la lobby dei ristoratori di lusso di Manhattan e quella dei macellai rigorosamente non kosher .
Ma, nonostante i completi in lana seta a sei bottoni, gli indebiti ruoli fatti giocare ai topi di fogna, il sanguinaccio fatto in casa e la Lehman & Brothers, ho fatto presto a sgamare lo “sporco gioco” di B.E.E.
“Non c’è niente di nuovo sotto il sole” da quando Dosto ha scritto, a puntate per giunta, il libro dei libri.
E per quanto lui, il B.E.E., seppellisca con grottesche manfrinate (volute, rigorosamente) la fonte, è con Rodion Romanovi? Raskol'nikov che tenta di terrorizzarci.
Certo, i tempi cambiano e Patrick pensa in grande: i delitti non sono più due ma l’arma resta la solita vecchia ascia. E’ uno yuppie: solo un mutante appena un "tantino" più crudele del romantico pietroburghese.
La tenera Sonja resta tale e quale e la trasformazione nella segretaria Jean consiste in qualche grande firmetta sugli abiti strafighi e nulla più: resta la medesima vocazione alla “io ti salverò”.
Certo i tempi cambiano “per cui” è nelle cose che al delitto non segua il castigo, specialmente se si è milionari in dollari, come ingenuamente speriamo fino all’ultimo.
Ci rimaniamo così male – dopo averci ridotto alla paranoia di sospettare un Bateman sotto tutte le cravatte regimental incrociate – che alla fine ci viene il dubbio che B.E.E. ci abbia preso per i fondelli.
Nessun moralismo in lui, nessuna intenzione di stigmatizzare quei tremendi anni ’80. Solo uno “strafatto” marameo.

Visto che siamo dalle parti della haute couture, bisogna dire che E.E.B è solamente il prêt-à-porter delle grandi firme dell’American Style.

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Consigliato a chi ha letto...
Qualche scrittore postmodernista americano!
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