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"Non sempre chi accondiscende è debole"
Terre d'Ange, città di Elua. Phèdre è destinata fin da bambina a una delle Case del piacere del paese, destinata a diventare un Fiore Notturno al servizio di Naamah. Peccato che la sua bellezza sia corrotta dal raro e inquietante dardo di Kushiel, una piccola macchia scarlatta all'interno dell'occhio sinistro, che la designa come prescelta di Kushiel, l'angelo castigatore, e come anguisette, ovvero una creatura quasi mitica, capace di dare piacere con dolore e dolore con piacere. La Priora della Casa a cui è affidata, sfruttando la rarità della sua protetta, la vende a Anafiel Delaunay, misterioso e affascinante nobile che diventerà il suo mentore.
Insieme al suo pupillo, Alcuin, bellissimo ragazzo dai capelli argentei, Delaunay farà di Phèdre uno strumento micidiale al servizio della ricerca della verità: le insegnerà a vedere, ad ascoltare, a osservare, a riflettere su tutto quello che vede. Lui le fornirà il cibo per l'anima, lei darà a sé stessa e ai suoi patroni quello per il corpo: diventare una serva di Naamah, adepta di Casa Valeriana, una concubina d'eccellenza al servizio del piacere masochista che, con le sue particolari doti, otterrà quello per cui il suo mentore l'ha presa con sé.
Tutte le macchinazioni di Delaunay vertono verso il mantenimento di una promessa legata ai discendenti della corona e saranno proprio questi i patroni a cui Phèdre verrà donata: re, principi, conti e personaggi carismatici come Mélisande Shahrizai, che diventerà la nemesi di Phèdre.
La sua vocazione la condurrà lontano dalla sua amata città, in un viaggio che rivelerà tutte le maschere che Phèdre può indossare: schiava degli skaldi, fuggiasca tra i ghiacci, ambasciatrice della regina, mediatrice di guerra, salvatrice di flotte reali, scaltra cortigiana, ammaliatrice, boia e voce del regno, martire volontaria ed eroina, riuscirà a fare da collante alla trama, grazie al suo cuore d'acciaio rivestito di apparente accondiscendenza e arrendevolezza.
Collante creato anche grazie ai personaggi che girano intorno a Phèdre: Hyacinthe e Joscelin sopra di tutti, il primo dolce amico d'infanzia, principe dei Viaggiatori, il secondo fedelissima guardia del corpo, ombra costante dei passi di Phèdre.
Ho trovato questo libro molto stimolante dal punto di vista della psicologia dei personaggi, soprattutto della protagonista: Phèdre potrà apparire, ad un occhio superficiale, lenta, docile, eccessivamente conciliante, sconfitta da un destino che sembra marchiare la sua vita come la marque sulla sua schiena, ma non vi ingannate! è un fiore delicato e prezioso, raro e seducente, ma dall'animo duro e forte come la pietra. Non vi lasciate sviare dal fatto che lei non decanti le sue doti e i suoi successi ai quattro venti: la sua modestia non sminuisce il suo valore e la portata del suo coraggio. E' un'eroina silente, solo in apparenza condiscendente, ma non per questo meno amabile. E lo stesso vale per i suoi amici di avventura.
Il ritmo della narrazione è buono, rallentato solo di tanto in tanto dalla parti relative alle discendenze e dai tanti nomi che poi acquisiranno un volto. Di certo potrà risultare un tantino pesante a chi non ama gli intrighi di corte, l'araldica e tutte quelle storie di matrice medievale.
La vocazione masochista della protagonista non mi ha affatto disturbato, anzi credevo che l'accento su questo particolare sarebbe stato più forte, invece è assolutamente accettabile, a mio avviso.
Per il momento non leggerò il seguito ( il libro fa parte della trilogia di Phèdre), ma sicuramente lo farò più in là, perché il finale lascia un'ombra sulla trama che voglio assolutamente sapere come verrà dissipata.
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